Nuovi nidi artificiali nel parco

Nei giorni scorsi sono stati installati nel parco quattro nuovi nidi in legno a cassetta, costruiti in occasione dei laboratori per bambini condotti dagli operatori della Fondazione. I nuovi nidi, posti nei dintorni di Villa Ghigi, si sono aggiunti ai 12 presenti dal 2012 tra la Villa e il Palazzino e ai 9 a coppa per balestrucci sistemati lo scorso anno sulle pareti del Palazzino. Già alla fine di gennaio il naturalista Bruno Bedonni, che ne ha curato la sistemazione e monitora ogni anno i risultati, aveva proceduto al periodico sopralluogo di controllo e pulizia dei vecchi nidi prima della prossima stagione riproduttiva. Negli anni passati molti nidi sono stati utilizzati da cinciarelle e cinciallegre e non è mancata qualche piacevole sorpresa, come la nidificazione con successo di cincia bigia e allocco. In questi giorni si cominciamo a sentire i primi accenni di canti e chissà che qualcuno di questi nuovi manufatti non contribuisca a offrire un’opportunità in più ai piccoli abitanti alati del parco. All’inizio di aprile verranno fatte le prime verifiche stagionali e vi daremo altre notizie.

Gli amenti del nocciolo

Il nocciolo (Corylus avellana) è un grande arbusto tipico dei versanti freschi della collina, che nei mesi estivi resta all’ombra delle chiome di querce e carpini, rendendo meno facile accorgersi della sua presenza. In questo momento dell’anno, invece, lo si riconosce anche a distanza (lungo la sterrata che viene dal parcheggio di Gaibola, nel pendio sotto Villa Ghigi o nei pressi del Palazzino) per le lunghe infiorescenze pendule di colore giallo che spiccano sui rami ancora spogli e ondeggiano al minimo alito di vento. Già a fine autunno queste infiorescenze, dette amenti, erano comparse sui noccioli: corte, compatte, dapprima verdastre e poi bruno rosate, hanno mantenuto la medesima forma per molte settimane, in attesa che le ore di luce tornassero ad aumentare. E quando il segnale è arrivato, ecco che hanno iniziato a diventare più lunghe, sottili, leggere e, trattandosi di infiorescenze composte da fiori maschili, a liberare polline da affidare al vento: un polline molto fine, causa delle prime allergie di stagione nelle persone sensibili, che viene raccolto dai fiori femminili, presenti anch’essi su ogni pianta, ma piccoli e distinguibili solo per gli stimmi di colore rosso brillante che emergono da strutture simili a gemme. Per le nocciole, invece, bisognerà aspettare, perché solo a fine estate il rivestimento legnoso prenderà il caratteristico colore e i semi all’interno saranno maturi e saporiti.

I primi fiori dell’anno

Anche se la primavera è ancora lontana il parco ha cominciato a colorarsi delle prime fioriture. Tra le specie più precoci spicca il piè di gallo, i cui vistosi boccioli gialli punteggiano, ad esempio, il pendio prativo a valle della strada sterrata che dal Palazzino porta al confine orientale. Il nome comune fa riferimento alla disposizione, detta a verticillo, delle foglie verdi presenti subito sotto al fiore, mentre il nome scientifico, Eranthis hiemalis, evoca il freddo di queste giornate (in latino hiemalis significa invernale). Il primo a comparire, nelle scorse settimane, era stato in realtà l’elleboro, anche se il verde tenue dei suoi tepali era meno evidente nel sottobosco. Elleboro e piè di gallo appartengono entrambi alle Ranuncolacee e condividono la particolarità di possedere foglie e fiori velenosi (una caratteristica abbastanza diffusa nelle specie di questa famiglia di piante). Nei punti più riparati iniziano timidamente a fiorire anche le primule: saranno loro tra qualche settimana, quando le giornate saranno più lunghe, a tappezzare scarpate e angoli di bosco in vari settori del parco.

Lo scoiattolo nel boschetto
dietro Villa Ghigi

In queste fredde mattine di gennaio, quando il sole arriva a riscaldare per qualche momento le cime degli alberi, capita di scorgere lo scoiattolo che abita nel boschetto subito a monte della villa. Si sposta con agili balzi e veloci arrampicate lungo i rami eretti dei tigli e sui fusti curvi degli allori, per poi nascondersi tra le chiome di cipressi e tassi o salire sino alla sommità del grande pino domestico. Lo si può vedere alla ricerca di cibo intorno alle cavità dei vecchi tigli a valle della strada sterrata, ma si spinge anche sino ai rami delle grandi roverelle del filare sul margine orientale del boschetto; a volte solo un rapido fruscio sopra le nostre teste o il caratteristico verso acuto ne segnalano il passaggio.
Gli scoiattoli europei sono mammiferi che in inverno non vanno in letargo, ma costruiscono delle specie di nidi di forma sferica tra le chiome degli alberi, nei quali si rifugiano avvolgendosi con la folta coda per scaldarsi. Quando le giornate sono favorevoli escono dai loro ripari per raggiungere i depositi alimentari che hanno preparato durante la bella stagione nei dintorni dei nidi, accumulando semi di conifere, ghiande, nocciole e altro cibo.