Gli ultimi fiori dell’edera

Finita ufficialmente l’estate, è il momento delle fioriture autunnali per varie specie erbacee del sottobosco. I ciclamini, in realtà, sono comparsi in piccoli gruppi già dal mese passato, e il caldo delle scorse settimane ha fatto anticipare altre fioriture tipiche di questo periodo come quella dell’edera (Hedera helix), una specie ben nota e diffusa nel parco, il cui esemplare di maggiore rilievo si incontra salendo da via San Mamolo al terzo tornante, col grosso fusto abbarbicato a una vecchia robinia e le foglie del rampicante che hanno quasi del tutto preso il posto della chioma originaria della pianta (visibile solo in cima all’albero). Sono forse gli ultimi giorni per apprezzare le infiorescenze a ombrella arrotondata dell’edera che compaiono sulle cime dei rami fioriferi, curiosamente dotati di foglie quasi ovali, assai differenti da quelle lobate caratteristiche dei rami più in ombra, che la pianta sviluppa per aggrapparsi a un sostegno. I singoli fiori sono piccoli, con cinque petali verdastri e cinque stami gialli intorno a un unico pistillo, ma talmente ricchi di nettare che nelle giornate di sole, passando vicino a un’edera in fiore, si resta inebriati dall’intenso profumo dolciastro. Attenzione a non avvicinarsi troppo, però, perché il nettare dell’edera richiama in gran numero api, calabroni e altri insetti, per i quali è un importante fonte di nutrimento in questo momento dell’anno. I frutti, bacche nere tossiche per l’uomo, saranno invece nel prossimo inverno una riserva di cibo fondamentale per merli e altri passeriformi.