Una premessa
Qualcuno ce l’aveva chiesto, in anni recenti o più lontani. Di piantare un albero per ricordare chi non c’era più o per festeggiare un matrimonio, la nascita di un bambino, un altro avvenimento importante o semplicemente per il gusto di farlo. E qualche albero nel parco già era frutto di questi sentimenti. Piantare un albero, del resto, è sempre stato un gran gesto, carico di significato. Una metafora della vita, che ha il suo ciclo, le sue ragioni, le sue infinite sfumature. Lo stesso padre di Alessandro Ghigi, quando comprò la tenuta verso la fine dell’Ottocento, fece piantare tre cedri dell’Himalaya presso la villa: uno, imponente, non piegato nemmeno da un fulmine, c’è ancora e da qualche anno fa parte degli alberi monumentali d’Italia; del secondo rimane il bel tronco adagiato sul prato mentre il terzo si seccò nei primi anni Sessanta del Novecento e non ne restano tracce (se non nel ricordo di un anziano colono della ex tenuta che si occupò del suo abbattimento).
La proposta
Per coloro che desiderano proseguire questa tradizione, quello che offriamo è di scegliere insieme la specie arborea o anche arbustiva, il luogo, le dimensioni della pianta, la data della sua messa a dimora e di concordare la donazione di una somma che tenga conto dell’acquisto dell’esemplare, della sua piantagione, delle tante spese per la sua cura negli anni successivi e di un piccolo contributo per la Fondazione (vedi Un albero per te come funziona nella sezione Info).
Quello che possiamo dare in cambio, oltre al piacere di introdurre un albero o arbusto in un luogo pubblico bello e molto amato dai bolognesi, è un ringraziamento personale nel nostro sito e un riguardo particolare perché la pianta cresca il meglio possibile.
Lo facciamo per vari motivi. Perché piantare alberi fa bene alla Terra. Per rispondere in modo adeguato e coerente alle richieste che ci arrivano. Per sostenere le attività della Fondazione, a cominciare dalla gestione del parco. Per contribuire in modo sollecito e concreto al rinnovo del patrimonio vegetale del parco, che sta più o meno lentamente invecchiando o deperendo, e introdurre nuovi esemplari di qualità in punti e zone strategiche, che oggi vanno parzialmente ripensate, integrate, arricchite.
Forse a molti non dispiacerà, in futuro, passeggiare per un parco in cui gli alberi e gli arbusti, qua e là, sono anche dei nomi, delle storie, dei ricordi, dei momenti. Con discrezione, come gli alberi insegnano.
L’avanzamento del progetto
Alla proposta, lanciata alla fine del 2015, hanno risposto nel corso di questi anni veramente in tanti e il lungo elenco dei donatori che segue (incompleto, perché alcuni hanno preferito non comparire) con le loro motivazioni ne sono la testimonianza; con molti di essi si è mantenuta una relazione cordiale fatta di scambi di messaggi, informazioni, visite di cortesia e in alcuni casi alla prima piantagione sono seguite repliche. Questa larga partecipazione è per noi motivo di grande soddisfazione e siamo grati a tutti coloro che hanno deciso di aderire.
Tuttavia, la volontà di seguire con la massima attenzione ogni pianta per assicurarne al meglio la crescita ha comportato negli ultimi anni un notevole impegno nella manutenzione, in considerazione del numero consistente di esemplari finora messi a dimora, quasi 300 nel complesso. In particolare, la siccità prolungata che ha caratterizzato le ultime stagioni estive, e che sembra confermata per il futuro alla luce dei cambiamenti climatici in atto, rende necessario un utilizzo attento e sostenibile della risorsa acqua per le irrigazioni di soccorso delle piante. Anche la diffusione di determinate patologie e di alcuni insetti dannosi sta creando non pochi problemi alle giovani piante. Inoltre, finora le introduzioni vegetali hanno seguito regole precise, che intendiamo mantenere, rispettose dei caratteri paesaggistici del contesto e delle caratteristiche dimensionali delle piante a maturità, tanto che determinati alberi introdotti negli scorsi anni non potranno più esserlo in futuro perché si sono via via esauriti i luoghi e gli spazi adeguati al loro corretto sviluppo nel tempo.
Gli sviluppi futuri
Per tutte le ragioni sopra esposte, quindi, per il momento non siamo purtroppo nelle condizioni di accogliere nuove richieste e ci vediamo costretti a malincuore a sospendere temporaneamente le adesioni al progetto. La proposta rimane comunque valida e quando ci saranno nuovamente le condizioni per proseguirla ne saremo felici e ne daremo comunicazione in questa pagina. Nel frattempo chiediamo a chi è interessato di pazientare per darci modo di curare al meglio le piante introdotte nel parco in questi anni.
Non solo alberi
Negli scorsi anni alcune persone che hanno partecipato al programma Un albero per te hanno espresso il desiderio di introdurre nel parco anche una panchina. Per ora lo abbiamo fatto in pochi casi, stabilendo con i donatori di applicare alle nuove sedute una piccola targa in metallo con l’indicazione del loro nome e una breve dedica e motivazione del loro gesto gentile. Oggi queste panchine sono molto apprezzate e utilizzate, per cui ci auguriamo che nei prossimi anni la dotazione di arredi del parco possa arricchirsi anche attraverso questa modalità, in modo da renderlo sempre più accogliente e gradevole.
Ottobre 2024
Donatori
2024
La figlia Lucia e il nipote Paolo hanno donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera), in memoria di Giorgio Fontana, che è stato piantato il 2 febbraio 2024 lungo la cavedagna che porta alla Villa. “Papà, a te amante della natura, degli animali e del mondo. A te che sei mancato troppo presto lasciando un vuoto immenso nei nostri cuori. Grazie per avermi anche insegnato ad amare e a rispettare la natura. Until we meet again…. Love always.”
2023
Pier Giacomo, in ricordo di Svenja, insieme con i suoi amici ha donato un esemplare di ciliegio marasca (Prunus cerasus) che è stato piantato il 16 dicembre 2023 lungo uno dei filari nel grande prato a valle della cavedagna che porta a Villa Ghigi. ”Svenja ha amato tanto questo parco e continuerà a veder insieme con noi la natura fiorire attorno a lei”.
Anna, insieme alla grande famiglia Lancioni, per ricordare Chiara ha donato un esemplare di ciliegio marasca (Prunus cerasus) che è stato piantato il 16 dicembre 2023 lungo uno dei filari presenti nel grande prato a valle della cavedagna che porta a Villa Ghigi. Quel sabato mattina di dicembre il sole splendeva, ed uno stormo di gru in migrazione è volato sopra il parco, come un abbraccio dall’alto.
“Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare.
Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.”
Maria Rosa Sassatelli Buriani ha donato un esemplare di albicocco (Prunus armeniaca) della varietà Reale di Imola, che è stato piantato l’11 dicembre 2023 nei pressi dell’orto del Becco. A ricordo del mio adorato marito Daniele Buriani, insieme ai nostri figli Mattia e Giacomo, abbiamo pensato ad una traccia da lasciare in memoria di un uomo speciale che per tutta la vita ha profuso generosità, gentilezza e ottimismo con tutti; in famiglia, nel lavoro e con chiunque incontrasse. Piantare un albero che con i colori prima dei suoi fiori e poi dei suoi frutti, in un parco da noi sempre frequentato ci pareva il modo migliore.
A te
che ci hai insegnato a essere come gli alberi…
a tenere i piedi per terra…
a tenere la testa alta e ad essere fieri…
a tenere salde le nostre radici…
a bere tanta acqua…
a piegarsi senza spezzarsi…
a sorridere sempre, anche quando vorresti piangere…
a crescere sempre…
a essere rifugio per chi ne ha bisogno…
buon vento daniele.
Elisabetta e Lino, per festeggiare il loro 50° anniversario di matrimonio hanno donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera) che è stato piantato il 29 novembre 2023 lungo la cavedagna che porta a Villa Ghigi. “Nel settembre ‘73 sognarono di diventare tre. Così nacque Andrea, chiaro di pelle e occhi di marea”.
Susan, Marisa e Aldo, Maria Pia, Peppuccio, Franca Antonia, Antonella, Romana, Donatella, Leda e Giuseppe, Flavia, Ado, Rita, Angela e Moreno, Paolo, Lois ed Ermanno hanno donato un esemplare di fico (Ficus carica) della varietà Brogiotto bianco, che è stato piantato il 18 novembre 2023 nel prato sul retro del Palazzino, proprio di fronte all’ingresso del frutteto recintato. L’albero è dedicato ad Enzo, ricordato anche nella poesia ispirata ai versi di Emily Dickinson “Anche quando sarà arrivato / il freddo inverno / tu / nel nostro cuore /sarai sempre estate.”
Marco ha donato un esemplare di noce (Juglans regia) che è stato piantato il 14 novembre 2023 lungo la cavedagna a valle dell’orto del Becco, accanto alla panchina donata in precedenza e posata il 3 luglio. “A Roberto Bassani un abbraccio forte da Marco. Mi fa piacere pensare a Roberto, seduto sulla panchina con il noce alle spalle, che sorride e si gusta il bel panorama. Anche io sorriderò, grazie per il tuo incoraggiamento e di guardare avanti, comunque, insieme”.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle
puro e disposto a salire a le stelle
l’amor che move il sole e l’altre stelle”
da La divina commedia, Dante Alighieri
Antonella, per ricordare la mamma, ha donato al parco una panchina che è stata posata il 3 luglio 2023 al piede della scarpata alberata del Palazzino, in vista della città e del colle dell’Osservanza. “Partecipare a questo progetto è stata un’opportunità che mi ha aperto il cuore, un piccolo gesto come omaggio alla mia mamma in un luogo che ci ha visto più volte insieme e che amiamo. La panchina come momento di pausa, in uno scenario di bellezza, dove posso sentirmi parte del tutto. E penso anche, per via delle persone, degli incontri e delle storie che vi si avvicendano, che una panchina sia viva esattamente quanto un albero (che era la mia idea di partenza). Sono grata per questa possibilità che mi ha permesso di esaudire un mio desiderio e che contribuisce a mantenere e arricchire questo splendido spazio.”
Un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Moretta di Vignola, è stato piantato l’8 marzo 2023 lungo la cavedagna verso oriente, che ospita anche il filare di cachi.
“Per Cosmo, bimbo forte e vivace, dolce e sensibile, al mondo da poco come questo ciliegio. Figlio e fratello nostro e di questa terra, che tu possa essere felice ed in salute e trovare il tuo posto in questa vita come questa pianta e le sue radici. Con incalcolabile amore… Mamma, Papà, Alma e Mila.”
Stefania, Silvia, Giorgia, Michela, Elisabetta, Francesca, Caterina, Davide C, Sergio, Davide P, Gabriele, Roberto, Luca, Nicola, gli amici e le amiche del giardino e della parrocchia di Santa Maria Annunziata di Fossolo hanno desiderato ricordare la cara amica Anna Laura donando una panchina che è stata posata l’8 marzo 2023 al margine della fascia boscata che segna il confine alto del parco, in vista della città.
“Omaggiamo e onoriamo Anna Laura, per noi solo Anna o Annina, il suo ottimismo, il suo carattere forte e solare, la sua costante disponibilità all’ascolto e all’accoglienza con questo piccolo gesto in suo ricordo e come occasione di incontro, contemplazione, condivisione, in un luogo bellissimo e da lei molto amato. Cara Anna, sei e sarai sempre con noi e nei nostri cuori”.
“Credo che nessuno muoia / credo che l’anima in realtà / divenga un’ombra / e al culmine del suo vagare / si adagi ai piedi / d’un fiore non visto. /
Quei fiori gialli / di cui sono piene / le campagne / quando fai ritorno a casa / e vorresti che lei / esistesse”.
Credo, Carlo Bramanti
Le amiche e gli amici degli anni universitari hanno tanto desiderato ricordare la loro cara amica Chiara De Lucia, compagna di indimenticabili momenti di vita, di studio e di attivismo nel sociale, donando un esemplare di Calicanto d’inverno (Chimonanthus praecox), che è stato piantato il giorno 28 gennaio 2023 nel pianoro presso il giardino ornamentale di Villa Ghigi, in presenza dei genitori, Giuseppe e Daniela, del fratello Andrea, degli zii Silvia, Giulio e Giuliana, della cugina Giorgia e di altri cari amici.
“Chiara, ti vogliamo ricordare piantando in tua memoria un CALICANTO. Il nome viene dal greco e significa ‘fiore d’inverno’ con riferimento alla fioritura invernale di questi arbusti. E poiché tu sei venuta tra noi in inverno (25/01/93) e te ne sei andata da noi sempre in inverno (11/01/22), il Calicanto sembrava a noi tutti la pianta migliore per ricordarti ed onorarti. Il Calicanto è un arbusto con fiori piccoli e poco appariscenti, MA molto profumati. Questa caratteristica si sposa benissimo con la tua personalità. Come il fiore del Calicanto eri poco appariscente, ma, semplice, essenziale, vera in ogni cosa che facevi, piena d’amore per la tua famiglia, per le tue amiche, i tuoi amici, per la vita che hai assaporato sino all’ultimo goccio. Spandevi il tuo profumo con empatica generosità, esattamente come i fiori del Calicanto che donano il loro profumo senza chiedere nulla in cambio. Chiara, ti promettiamo che il tuo Calicanto sarà sempre per noi luogo di incontro e di ritrovo. E tu, ne siamo certi, ne sarai felice”.
2022
Francesco e Giovanni Maria (Mazzanti, insieme a Mariangela, Claudia, Gabriele, Filippo, Davide e Caterina) hanno donato due esemplari di ciliegio dolce (Prunus avium) delle varietà Durone I di Vignola e Durone II di Vignola, che sono stati piantati il 17 dicembre 2022 lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. Gli alberi sono in ricordo dei loro genitori Giorgio e Maria Angela che hanno amato e frequentato il parco di Villa Ghigi. “Pensa che si muore / e che prima di morire tutti hanno diritto / a un attimo di bene. / Ascolta con clemenza. / Guarda con ammirazione le volpi, / le poiane, il vento, il grano. / Impara a chinarti su un mendicante, / coltiva il tuo rigore e lotta / fino a rimanere senza fiato. / Non limitarti a galleggiare, / scendi verso il fondo / anche a rischio di annegare. / Sorridi di questa umanità / che si aggroviglia su sé stessa. / Cedi la strada agli alberi”. Franco Arminio
Federico e Francesca hanno donato un esemplare di pero (Pyrus communis), della varietà Cocomerina, che è stato piantato il 10 dicembre 2022 lungo la cavedagna a valle dell’orto del Becco. Hanno deciso di donare l’albero per celebrare il loro anniversario di matrimonio, di assegnargli un nome e chiamarlo gianpero.
“Davanti a me un pero / con tutte le foglie rosse / che stanno per cadere. / Eravamo io e lui / ad aspettare un colpo di vento”. L’autunno, Le foglie rosse del pero, Tonino Guerra.
Ruggero ha donato un esemplare di ciliegio marasca (Prunus cerasus), che è stato piantato il 10 dicembre 2022 al piede della sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi, per Clara. “Cara mamma, se potessi parlare delle bellissime cose che hai fatto, con coraggio, determinazione e grande senso di responsabilità e dell’amore che hai dato alla tua famiglia, verrei in questo posto e lo farei per ore. Nel silenzio del parco, questo albero, oltre a darmi una sensazione di protezione dal vento, dal sole e dalla pioggia, mi fa ricordare, quando da bambino mi hai portato nei boschi delle Dolomiti dove mi hai insegnato ad avere rispetto della natura e mi hai curato le ferite con le resine degli alberi. Grazie per avermi cresciuto in un ambiente famigliare sereno”.
Danilo (padre), Rosamaria (madre) e Stefano (fratello) hanno donato un esemplare di acero campestre (Acer campestre) e un esemplare di noce (Juglans regia) che sono stati piantati il 10 dicembre 2022 a valle della sterrata che collega il parcheggio di via Gaibola a Villa Ghigi, in memoria di Francesca (figlia) assidua frequentatrice del parco. “Amo l’albero. Vedo te nell’albero”.
“Guarda l’albero. È una cosa fantastica, un albero. Un albero è molto bello. Un albero per me è bello come una cattedrale, anche più bello. Ho guardato nell’albero e vi ho visto dentro il cosmo intero”. Thich Nhat Hanh
Claudia e Federico hanno donato un esemplare di maggiociondolo (Laburnum anagyroides) che è stato piantato il 1 dicembre 2022, al margine della fascia boscata che segna il confine alto del parco, per Margherita. “Coloro che abbiamo perduto sono ovunque noi siamo”.
Angela Chiantera Maenza ha donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium), della varietà Ferrovia, che è stato piantato il 1 dicembre 2022 al piede della scarpata poco dopo il Palazzino.
Come
un ciliegio
hai donato frutti
che tanti assaporano ancora
grazie
Rino
Giovanna Maccari ha donato un esemplare di acero campestre (Acer campestre) che è stato piantato il 26 novembre 2022 lungo la cavedagna a valle della sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola porta al nucleo del Becco. “Mettiamo radici abbastanza solide per permettere ai nostri rami di accarezzare il cielo”.
Per ricordare Nino Villari nel secondo anniversario della scomparsa, Marina ha donato un esemplare di pero (Pyrus communis), della varietà San Giovanni. L’albero, che con i suoi bei fiori bianchi e i frutti succosi vuole rievocare sia l’eleganza che la golosità di Nino, è stato piantato il 26 novembre 2022 nel doppio filare di vecchi peri tra il Becco e il bosco più a est alla presenza di molti degli amici che gli hanno voluto bene. Il luogo, situato proprio sotto all’antica Villa Ghigi, è un angolo di pace e quiete dove chiunque vorrà si potrà fermare per continuare a parlare con lui o semplicemente per godere della bella vista sulla città in cui ha vissuto.
“E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.” Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio.
Cristina, con Anna Maria e Matteo, hanno donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium) della varietà Ferrovia, che è stato piantato il 26 novembre 2022 al piede della scarpata poco dopo il Palazzino, per Renato Canestrale. “Un albero per ricordare Renato, il suo essere generoso e punto di riferimento per tutti noi. Un ciliegio Ferrovia per rappresentare la Puglia, amatissima terra d’origine. Il posto è di quelli che avrebbe scelto: poco affollato e con una bellissima vista. In mezzo alla natura, che è stata passione e mestiere, e di fronte alla città, conosciuta con amore sempre nuovo”.
Gli amici di Amedeo Ricucci hanno donato un esemplare di melograno (Punica granatum) che è stato piantato il 12 novembre 2022 nel doppio filare di vecchi peri tra il Becco e il bosco orientale del parco.
“L’albero di Amedeo. Piantare un giovane albero di Melograno su questa collina che guarda verso la città, stretta tra i poggi di Villa Aldini e San Michele in Bosco, ha rappresentato il segno e la testimonianza di un legame e di una storia che resteranno custodite tra le sue radici. Una storia nata in questa città tanti anni fa e che qui ha visto convergere quelle di tanti giovani che vi giungevano, trovando terreno fertile per il loro incontro rigenerativo.
‘Eccomi, seduto nella piana bruna e sospesa dell’ultima sponda: al fronte, al fronte’.
Da qui ha avuto inizio il cammino che avrebbe portato Amedeo a muovere i suoi primi passi nel mondo del giornalismo, guidato da una vera e propria vocazione per il suo lavoro di testimone. Una testimonianza ininterrotta a cui ha saputo dare voce, quella stessa voce che col tempo si sarebbe fatta sempre più nomade e dolente, lungo frontiere via via ridotte a fronti sui quali di-venne ‘inviato’. Eppure, è in questa città che gli strumenti della sua bottega e ancor più il sentimento che li animava si sono forgiati, nelle relazioni qui intessute, nelle esperienze e nei viaggi da qui intrapresi e che qui ritrovavano il senso compiuto di un racconto condiviso con gli amici e i compagni di un tempo. Un tempo sempre difficile da misurare, tra continue assenze e pazienti attese spesso tradite, ma pur sempre capace di rinnovarsi ad ogni nuovo incontro. Se la vita e la scrittura sono come il fiume, racconto e traccia di un percorso che corre incontro al suo mare, là dove ogni traccia, fronte o confine sembrano perdersi, c’è ora un luogo per chi voglia di tanto in tanto risalirne la corrente e dove ritrovarsi. Su queste colline, sotto questo albero”.
Patrizia, insieme alle figlie Giulia e Irene, in ricordo di Francesco Sabbadini ha donato un esemplare di cipresso (Cupressus sempervirens) che è stato piantato l’8 novembre 2022 lungo il crinale alto del parco.“Il parco di Villa Ghigi, tra i tanti parchi bolognesi, è quello a me più caro perché, quando le bambine erano ancora piccole, venivamo con Francesco talvolta a passeggiare e anche a fare, insieme ai nostri e ai loro amici, degli allegri picnic nelle sere estive. Un luogo quindi ricco di bei ricordi, che ho poi continuato a frequentare anche dopo, come tappa intermedia della bella passeggiata che ha come meta finale l’Eremo di Ronzano. La scelta del cipresso è stata immediata e istintiva, per due motivi: per la sua sagoma slanciata, dritta, che lo rende facilmente riconoscibile anche da lontano, e che mi ricorda Francesco che, per la sua alta statura, spesso “emergeva” e poi perché mi fa pensare alla Toscana, terra da entrambi molto amata e frequentata, il nostro buen retiro. Anche la scelta della posizione in cui piantare questo cipresso, sul crinale, lungo il confine alto del parco, mi è piaciuta in quanto luogo panoramico, dove con lo sguardo si abbracciano in contemporanea tante care immagini iconiche della mia città: il centro con le torri e san Petronio, ma anche San Luca, Villa Aldini, San Michele in Bosco… E per concludere un’immagine che è un po’ un sogno, un po’ un desiderio e che esprime in sintesi il mio sentimento di oggi: pensare ai nipoti, oggi piccolini, che in futuro verranno a passeggiare in questo parco e verranno a trovare il “cipresso del nonno”, quel nonno Francesco che non hanno mai potuto conoscere”.
Rosanna, Roberto e Lena hanno donato per Davide un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) che è stato piantato il 5 novembre 2022 lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi.
I nipoti Ferrari Stefano, Enrico, Umberto, Maddalena, Laura, Annalisa e Marco, Tampieri Eugenio e Teresa, Stagni Carlo e Massimo hanno donato un esemplare di cipresso (Cupressus sempervirens) che è stato piantato il 5 novembre 2022 in memoria degli zii Idilia e Bruno.
“Cari zii Idilia e Bruno, in questo parco che vi ha visto offrirci il vostro tempo, con l’affetto profondo che da sempre avete dimostrato a tutti noi nipoti, abbiamo voluto dedicarvi un segno del vostro ricordo che porteremo sempre con noi. Ci piace pensare che da qui il vostro sguardo spazi ancora verso le amate colline che già facevano da cornice al nido del vostro amore. La vostre vite si sono unite in un legame esclusivo che ha accompagnato tutta la vostra esistenza, pur aprendosi generosamente agli affetti famigliari. E che certamente prosegue anche ora, come nelle parole di questa poesia di Nazim Hikmet.
Il più bello dei mari / è quello che non navigammo. / Il più bello dei nostri figli / non è ancora cresciuto. / I più belli dei nostri giorni / non li abbiamo ancora vissuti. / E quello / che vorrei dirti di più bello / non te l’ho ancora detto”.
Samuele, Jacopo e Micol hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 21 marzo 2022 lungo la giovane siepe che affianca la vigna alta del parco. L’albero è in ricordo dell’amato Federico, anche da parte di tutti gli amici che gli hanno voluto bene. “Abiti in altri cieli, in altri momenti / laddove abitano gli arcobaleni /dove non arriva mai l’inverno / dove le rose nascono senza spine / e i prati sono sempre fioriti. / Abiti distante ma così vicino / laddove il tempo è fermo / e a condurne il senso / è l’immensità / laddove sorridono / i dolori scordati / sulla terra dimenticati / e in ogni attimo del senso nasce l’infinito. / Abiti distante / laddove riposa la vita / e splende l’eternità / e vivi nel nostro cuore in ricordi / in giorni perduti / in momenti di lacrime / di sorrisi, di rimpianti e nostalgia / e di amore travagliato e infinito. / Abiti dove un giorno / ogni tempo ricongiungerà / chi su questa terra si è un giorno / amato, odiato, desiderato e vissuto / laddove noi un giorno / ci abbracceremo ancora / senza errori né rimpianti / laddove Noi / saremo di nuovo Amore”.
La fraternità francescana di Sant’ Antonio di Padova (BO) dell’Ordine Francescano Secolare, ha donato un esemplare di sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) che è stato piantato il 21 marzo 2022 nel pendio alberato a valle del Palazzino.
Questo sorbo è il “nostro albero di fraternità”, segno dell’impegno di un cammino di conversione ecologica, in ascolto del Grido della Terra e del Grido dei Poveri. Ci guidi il desiderio di diventare anche noi come alberi: ancorati alle nostre radici umane, cristiane e francescane, fedeli alla nostra Regola di Vita che come un tronco ci sostenga e ci aiuti a innalzare le nostre braccia al cielo che come rami cercano la luce oltre le nuvole del temporale e invocano l’infinito nel nostro tempo finito. Come alberi desideriamo produrre frutti di misericordia, di speranza e di pace, doni per la nostra Sorella e Madre Terra che dobbiamo custodire assieme ai suoi figli Fratelli e Sorelle Tutti.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate
et serviateli cum grande humilitate.
“Lidia e Emanuela, in ricordo di Giovanni Rondoni, hanno donato un esemplare di cipresso (Cupressus sempervirens) che è stato piantato il 14 marzo 2022 lungo il crinale che segna il confine alto del parco, nei pressi di alcuni annosi esemplari e di una coppia di giovani piante della medesima specie. “Un albero per papà. Abbiamo scelto un cipresso. A lui piacevano tutti gli alberi, ne era curioso, dalle sue ultime passeggiate portava foglie e piccoli campioni che mi chiedeva di identificare. Se penso alla sua vita tutta compresa, come del resto la mia, tra Toscana ed Emilia Romagna e a un albero che sia rappresentativo di queste due regioni e in particolare delle loro colline, mi viene in mente il cipresso. La Toscana collinare dove è nato e cresciuto è segnata sui crinali da filari o singoli esemplari di cipresso e un grande cipresso dal soprannome di Bacoco (forse per via delle bacoccole) è stato un po’ il simbolo di Monticiano, il suo paese, fino al 1954 quando è stato abbattuto per fare posto al nuovo municipio. Sorgeva nell’orto del convento di S. Agostino affacciato sulla piazza del nuovo paese e si narra che vi si fosse nascosto il brigante Basilocco. Ma anche i colli di Bologna, la città dove papà si trasferì per lavoro, sono molto spesso ben sottolineati da annosi filari di cipressi. Due magnifici viali di cipressi nella casa di una zia a Pieve del Pino hanno per anni ombreggiato i nostri pranzi domenicali e le partite di bocce. E anche al Parco Villa Ghigi il crinale che sale verso Ronzano è percorso da alcuni splendidi esemplari di questa specie. Da qui la vista spazia, oltre che sul centro cittadino, a ponente sulla cupola di San Luca e a levante verso San Michele in Bosco e la collina di San Vittore. Quale specie più adatta e quale posizione migliore!”
2021
I colleghi e gli amici in ricordo di Paolo Musolesi hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato l’11 dicembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Mi piace pensare che attraverso quest’albero sarò in contatto con te. Quando sentirò il bisogno di parlarti, potrò venire qui, accarezzarne le foglie e chiudendo gli occhi rivedere il tuo viso e sentire la tua voce”. Per voi Marianna, Mattia, Simone ed Emma da parte di Castellana, Fabbretti, Teglia, Toma, Romano, Tabacchi, A. Venturi, L. Venturi, Salvi, Pirozzi, Giovannini, M. Ferrari, P. Ferrari, Occhino, Covella, Mascagni, Fanti, Ravaglia, Sandoni, Veronesi, Menini, Rigido , Bergamini, Di Dio, Lambertini, Creatore, Landi, Barbi, Robeni, Chiarati, Giusti, Petroni, C. Bini, L. Bini, Benaglia, Succi, Ferraresi, Bilacchi, Tugnoli, Ghirardelli, Patrizio, Lucini, Cotti, Giovannardi, Dall’olio, Ghermandi, Marani.
Olmo, Giulia e Massimo hanno donato un esemplare di olmo campestre (Ulmus minor), che è stato piantato l’11 dicembre 2021 a valle della sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. “Non abbiamo mai avuto dubbi sul tuo nome, per noi sei sempre stato Olmo; e da oggi ci sarà un nuovo olmo anche qui nel Parco Villa Ghigi, dove abbiamo trascorso momenti sempre felici all’aria aperta, al sole, al vento, sotto le stelle, tra amici, immersi nella poesia. Questo albero crescerà con te. Ogni volta che vorrai potrai venire a trovarlo per salutarlo e prendertene cura, e quando sarà solido e forte potrai scalarlo e al fresco della sua ombra, come un ‘Barone Rampante’ potrai ancora leggere e riposare, festeggiare i tuoi compleanni, portarci l’amore della tua vita e confidargli i tuoi pensieri. Ricorda che, per molto tempo, gli alberi hanno intrecciato la loro vita all’esistenza umana, diventandone testimoni silenti”.
Aurora e Antonino, per ricordare mamma Paola, hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 7 dicembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Una fronda contro le intemperie del giorno, / della notte. / Forte e flessibile, un ramo nel vento. / Il primo fiore di primavera, fragile. / Vita silenziosa, suono della foglia che cade, / in autunno. / Le radici che ci hanno donato le radici. / L’amore è saldo, come il tronco dell’albero. / Fiore, frutto, ramo spoglio, gemma. / L’evoluzione di ciò che è stato. / La presenza nel presente. / La promessa di un futuro. / Il segno dell’amore che si trasforma e continua a vivere. / Abbiamo ancora bisogno di vedere. / Ma l’amore è più grande dell’assenza”.
Laura Pugno ed Elio Mazzacane hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 4 dicembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. L’albero è in ricordo di Anna Milanese (1922-2001) e di Anna Paggi (1940-2008).
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“di colei che là riposa, che là riposa, la madre di Ninasu, / che là riposa: / le sue pure spalle non sono ricoperte di nessun vestito, / i suoi puri seni sono come coppe di unguento appese!” // le tue spalle non sono coperte da nessun vestito”
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hai visto la forma del vento / nella forma del vento a branchi di uccelli / hai visto // come un vaso rotto / come uno splendido stendardo // “hai visto colui il cui spirito non ha nessuno che si curi di lui, / l’hai visto?” // “sì, l’ho visto: / è costretto a mangiare i resti della ciotola, / i rimasugli del cibo buttati per strada”.
Da Laura Pugno, La mente paesaggio, Giulio Perrone editore, 2010.
Marco e Veronica hanno donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium) della varietà Durone I di Vignola, che è stato piantato il 4 dicembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “A Martina, che tu possa sempre giocare, raccogliere tante dolci ciliegie e crescere libera e forte come il tuo albero. Con amore i tuoi zii Marco e Veronica”.
La moglie Mirella, in ricordo del marito Remo, con i figli Silvia, Giovanni, Carlo e Gloria e insieme a Leila, Ettore, Gianluca e Vincenzo, ha donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 27 novembre 2021 nel grande prato a ridosso dell’orto del Becco. “Remo, hai amato la vita, la famiglia, la natura, la libertà. Con questo melograno ti vogliamo ricordare nel parco bellissimo che ti piaceva tanto frequentare insieme ai figli quando erano ancora piccoli. Lo sceglievi per le tue passeggiate e, quando venivi qui, eri felice. La tua famiglia ti pensa sempre con tanto amore”.
L’associazione Fiori di Campo, in occasione del decennale della sua fondazione, ha donato tre esemplari di ciliegio dolce (Prunus avium) della varietà Durone III di Vignola, che sono stati piantati il 27 novembre 2021 a valle della sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola porta a Villa Ghigi, a formare una sorta di piazzetta. “Anche gli alberi a primavera scrivono poesie: molti le chiamano fiori”.
Adele, Silvia, Francesco, Lorenzo e Tobia hanno donato un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica) che è stato piantato il 27 novembre 2021 a valle della sterrata che dall’ingresso di via Gaibola conduce a Villa Ghigi, vicino a una delle stazioni del Percorso Vita. “Lo dedichiamo al nostro caro Canaider. Roberto amava tanto fare lunghe camminate nella natura e frequentava spesso il Parco Villa Ghigi sia con la famiglia che con il suo amico di sempre Paolo. Il nostro desiderio è quello di aggiungere un albero nel parco, a cui tutti noi siamo affezionati e che ora i nipoti frequentano spesso e molto volentieri, dove pensiamo possano rivolgere uno sguardo, un saluto, un pensiero al loro caro nonno, così come potrà farlo chiunque passi di lì”.
Luciana, per ricordare il marito Gianmarco Collina, ha donato insieme ai figli Sabrina e Cristian un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica), che è stato piantato il 20 novembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita”. Rita Levi Montalcini.
L’associazione H2BO ha donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera) che è stato piantato il 13 novembre 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Crediamo che il più bel modo per ricordare una persona cara sia quello di lasciare un ricordo che, oltre che tangibile, sia anche utile per la comunità intera. Un rusticano, donandoci i suoi fiori e i suoi frutti, ci fa capire, con l’alternarsi delle stagioni, che la vita scorre ma che se il nostro operato è vissuto con sincerità ed altruismo la testimonianza che lasciamo è destinata a durare nel tempo. Questo è ciò che ha fatto Giuliano Zuppiroli, il nostro Zio Zuppi”.
Gli amici di Emilia, Lucia e Riccardo, Valeria, Valentina, Deborah e Domenico, Cecilia, Serena, Stefania e Roberto, Liliana, Pier Paolo, Federica, Silvia P., Marco, Bianca, Silvana, Claudia, Monica, Silvia B., Alberto, Martina, Michela, Giulia C., Charlene, Gianfranco, Wanda, insieme al marito Massimo, hanno donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium), della varietà Corniola, che è stato piantato il 13 novembre 2021. Per Emilia: “Un fiore gentile racchiuso / dentro un turbine di rabbia / poetica come un corallo / inarrestabile / se non dal tocco lieve / del proprio dolore. / Fiorisci lenta, / petalo su petalo / rinasci a te stessa / dolorante per ciò che non vuoi perdere. / Alba nel candore pulito / del tuo sorriso appena pronunciato. / Stai al culmine della tua storia / come sentinella all’erta. / Attendi che, finalmente, / anche per te / arrivi la pace”.
Lorenzo ha donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium) della varietà Durone I di Vignola, in occasione del matrimonio della sorella, che è stato piantato il 12 novembre 2021 lungo il filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Un dono originale per una coppia speciale. L’augurio che vi faccio è che come un albero, che mette i germogli, fiorisce, dà i frutti, cambia i colori, perde le foglie, resiste all’inverno, e poi di nuovo rinasce a nuova vita, così spero sia la vostra strada insieme. Da piccolo arbusto con poche radici e foglie, con la cura che merita, può diventare grande albero resiliente e bellissimo. Questa speranza è il mio regalo per voi. Con sincero affetto, il vostro Lorenzo”.
Babbo Natale ha donato ai bambini della 4 A delle Scuole Fortuzzi (AS 2020/2021) un esemplare di leccio (Quercus ilex), che è stato piantato il 6 novembre 2021 in un angolo del giardino della villa, verso il Becco. “Il leccio richiesto dai bambini della 4 A delle Fortuzzi (AS 2020/2021) è finalmente stato messo a dimora. Babbo Natale ha esaudito i desideri di Alice, Andrea, Anna, Anna Stefania, Bea Bianca, Bernardo, Clara, Edoardo, Emily, Filippo, Giacomo, Gianmarco, Marco, Marta, Michele M., Michele P., Nicholas, Nina, Noa, Paloma, Pietro, Silvia, Sofia, Tiago, Tobia e Viola che, nelle loro letterine per Babbo Natale a dicembre 2019, avevano chiesto di poter piantare un leccio poiché il vecchio leccio davanti alla loro classe era stato da poco tagliato. La pandemia ha posticipato la piantagione per ben tre volte, ma il leccio – resiliente – ha pazientemente atteso il suo momento per poter crescere in un luogo speciale, Villa Ghigi. Babbo Natale augura a tutti questi fantastici bambini (oramai ragazzi) che crescano, insieme al leccio, sani e forti, con radici ben piantate e rami protesi verso l’infinito, e che possano, avendo piena fiducia in loro stessi, realizzare tutti i sogni, ricordando quali momenti felici, da conservare con cura, le esperienze vissute nel giardino della loro scuola elementare assieme alle loro preziose maestre”.
Alessia, Annarita, Vito, Antonio, Luisa, Francesco, Christian, Vincenzo, Mariagiovanna, Sabino, Gennaro, Angela, Enrico, Francesca, Daniela, Mario, Antonella, Gaia, Michele, Valentina, Manfredi, Mattia, Angelo, Pierpaolo, Fabiana, Luca e Carlotta hanno donato un esemplare di acero campestre (Acer campestre), che è stato piantato il 6 novembre 2021 lungo un filare a valle della carraia che collega il parcheggio di via Gaibola a Villa Ghigi. “…non trovo gli accordi e neanche le parole, il tempo viaggia sempre solo in una direzione… per sempre nei nostri cuori… ciao Davide”.
Gli amici Daniela, Vincenzo e Cristina, insieme alla moglie Antonella e alla figlia Francesca, in ricordo di Pippo, hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), della varietà Grossa dolce, che è stato piantato il 9 marzo 2021 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. Oltre al mandorlo, che è un albero tipico della sua terra d’origine ed è il primo albero da frutto a fiorire, dedicano a Pippo i versi della poesia In morte del padre, di F. R. Guerrini: “Non c’è più la fresca ombra protettiva / del grande e saggio albero abbattuto. /Ora tocca a me rinforzare le penetranti radici / stendere verso il cielo i robusti rami / e farvi scorrere fresca linfa vitale /che dia vigore ad innumerevoli foglie / e ad una rigogliosa chioma. / Sarà la mia ombra a riparare dai raggi troppo ardenti / i giovani arbusti e gli esili tronchi che mi sono più vicini. / Mi nutrirò della sapida memoria della sua vita / dei racconti che già mi mormora il vento che ben lo conobbe / e che il fogliame diffonde di albero in albero. / La pioggia mi accarezzerà sussurrando il suo nome / e ricordando come fosse accogliente la sua fronda. / E tutta la vita alata e strisciante / che aveva trovato riparo presso di lui / si aggrapperà alle scaglie della mia corteccia / e troverà, tra i miei frutti e tra le mie foglie / l’asilo che temeva di aver perduto”.
Gli amici di Gianni Dal Monte di “Famiglia Aperta” e del “Coordinamento Volontariato Lame” hanno donato, in suo ricordo, un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato l’8 marzo 2021 lungo la scarpata tra il Palazzino e Villa Ghigi. Molti dei significati simbolici attribuiti nel corso dei secoli al melograno (fecondità e fedeltà, alleanza e unione, amicizia e concordia) permangono ancora oggi in molti paesi e aree del mondo. In Italia, ad esempio, nel distretto storico-geografico della Daunia, il suo frutto è rinomato per essere uno degli ingredienti principali del grano cotto, un dolce che si prepara per la Commemorazione dei defunti. I chicchi di melagrana utilizzati, insieme ad altri ingredienti, per preparare questa ricetta, hanno una simbologia che richiama contemporaneamente la morte e una fecondità che va oltre l’ultimo passaggio terreno che accomuna tutti gli uomini, aprendosi all’eternità. Così gli amici di Gianni amano ricordarlo: per la fecondità del suo impegno civico e sociale, a favore del volontariato, dei giovani e della comunità delle Lame (Bologna) e per quella fedeltà e lealtà che hanno contraddistinto le sue scelte e il suo stile di vita. Un ringraziamento sempre vivo e riconoscente per Gianni e per Liliana, la sposa che lo ha accompagnato lungo la vita, assieme ai figli e ai famigliari.
Paolo, Simone e Niccolò hanno donato un esemplare di magnolia stellata (Magnolia stellata), che è stato piantato il 26 febbraio 2021 lungo la scarpata subito sotto il panoramico pianoro di Villa Ghigi per ricordare Milena, fiore tra i fiori.
Stefania, insieme a tutti i familiari, ha donato un esemplare di palla di neve (Viburnum opulus), della varietà Roseum, che è stato piantato il 26 febbraio 2021 nel giardino davanti a Villa Ghigi. L’arbusto è per ricordare Vincenzo, grande appassionato del mondo vegetale, sempre pronto a cogliere una foglia, un fiore o una bacca per abbellire la tavola e la casa in ogni periodo dell’anno. “L’armonia nella natura e la bellezza nelle sue diverse espressioni sono stati il filo conduttore della vita di papà; con questo piccolo gesto raccogliamo il suo testimone”.
Cinzia, per ricordare i suoi cari, ha donato tre alberi, che sono stati piantati il 20 febbraio 2021 nell’area in cima alla salita dietro al Palazzino. Per Raffaele (Lello), compagno della sua vita, ha donato un esemplare di acero minore (Acer monspessulanum), per mamma Tilde, che tanto amava andare in campagna a raccogliere frutti, un rusticano (Prunus cerasifera) e per papà Nilo, in capo a un filare, un gelso nero (Morus nigra). Camminare fin quassù e tornare più volte a vedere gli alberi cambiare con le stagioni sarà molto bello e aiuterà a guardare la crescita accadere… come ricorda la bella poesia Attendendo un messaggio di Rochelle Mass: “Gli alberi ti aiutano a vedere pezzi di cielo tra i rami. / Puntare a cose che non potrai mai raggiungere. / Ti aiutano a guardare la crescita accadere, / I fiori esplodere e poi seccare. / L’ombra cambiare al ritmo del sole, / Gli uccelli strappare semi riluttanti… / Un albero è una lente, / Un mirino, una finestra, / Un messaggio / O ciò che deve ancora arrivare”.
Gli amici di Gabriele Bolzani (10 febbraio 1968 – 26 aprile 2020), detto Zlob, Ginazlob, Gabril, Gabromescallico, ecc., originale artista bolognese da poco scomparso nello spazio, hanno donato un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica), che è stato piantato il 6 febbraio 2021 nel pendio alberato a valle del Palazzino. “Tra la Terra e il Cielo Armonia”.
“In questo corpo è il giardino del Paradiso, in esso sono compresi i sette mari e le miriadi di stelle, qui si manifesta il Creatore… In questo mio corpo… Questo mio corpo consumato dai pensieri… Questo mio corpo”. Gabril, Ar-rukh fumetti n. 2.
Antonella e Giovanni hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 6 febbraio 2021 a valle della carraia che collega il parcheggio di via Gaibola a Villa Ghigi. “Questo albero che ci auguriamo forte e longevo, è dedicato ai nostri nipoti e pronipoti come simbolo della vita che continua, e con la speranza di un futuro dove ci sia più rispetto e amore per la natura. Come disse Henry David Thoreau, gli alberi hanno certamente un cuore”.
2020
Antonella e Eugenia Marchetti hanno donato un esemplare di fico (Ficus carica), della varietà Brogiotto bianco, e un esemplare di pero (Pyrus communis), della varietà Mora di Faenza, che sono stati piantati il 21 dicembre 2020, il primo nel prato sul retro del Palazzino, proprio di fronte all’ingresso del frutteto, il secondo nel doppio filare di vecchi peri tra il Becco e il bosco più a est. “Doniamo due alberi in memoria di Mauro. Alberi, materia viva: respirano e ci fanno respirare. Alberi: registri delle stagioni, radici e foglie, fiori e frutti. Per ricordare l’amore per la vita e lo scorrere delle cose al suo ritmo naturale. Abbiamo scelto un fico, perché ci piace l’ambizione dei suoi rami che si arrampicano verso il cielo contorti, per le sue foglie che sembrano grandi mani e per i suoi frutti carnosi e dolci. Il sabato, le mattine di settembre, salivamo spesso a Villa Ghigi insieme. Mentre il babbo leggeva placido il giornale, io facevo la mia seconda colazione con fichi che lui aveva raccolto e mi impiastricciavo le mani. E un ricordo di sole e di serenità. Il pero, che di bianco fiorisce, con eleganza, che regala frutti di cui Mauro era ghiotto. Un pero sistemato in un filare che è una finestra su Bologna, la sua Bologna che amava tanto. E così questo bellissimo parco, che è già oasi di pace per noi, sarà un luogo ancora più caro.”
Il gruppo dei Filelleni e Hermann Staffler, in ricordo di Gabriella Cappelletti, hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) della varietà Santa Caterina, che è stato piantato il 19 dicembre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “καλό ταξίδι αγάπη μας – buon viaggio amore nostro”.
Filomena e Agostino hanno donato, per il loro piccolo Luca nato in estate, un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Durone III di Vignola, che è stato piantato il 19 dicembre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Un ciliegio per te, Luca, e per la città di Bologna, del cui santo santuario porti il nome; perché tu nell’effimera esistenza possa avere, come la pianta, radici profonde e delicatezza d’animo. Ti auguriamo di essere profumo nella vita degli altri e di essere capace di vivere condividendo quello che sei e che hai.”
Le mamme di Bianca hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Moretta di Villa Ghigi, che è stato piantato il 19 dicembre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Cara Bianca, grazie per essere arrivata fra noi un anno fa. Sei meravigliosa, ci stupisci come i fiori bianchi di ciliegio in primavera e metti allegria e buon umore come le ciliegie a giugno. Ti promettiamo di impegnarci per farti crescere serena e con radici forti, come questo albero speriamo crescerà bene immerso nella natura. Con amore infinito dalle tue mamme”.
Giuliana, per ricordare Beppe, ha donato un esemplare di camelia autunnale (Camellia sasanqua) della varietà Cleopatra, che è stata piantato il 10 dicembre 2020 nel pianoro centrale tra il Palazzino e Villa Ghigi. “Giardino d’inverno / si fanno fiori i miei pensieri / appesi al nulla / che pianto ostinata nella terra”.
Rossella e Cosimo hanno donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium), della varietà Mora di Vignola, che è stato piantato il 30 novembre 2020 nei pressi dell’ingresso dell’orto del Becco per la figlia Aurora La Monica. “In questo anno così difficile e pieno di incertezze sei arrivata tu Aurora a portarci la gioia e la forza. Benvenuta nella nostra famiglia: la sorellina Margherita, mamma Rossella e papà Cosimo.”
Franco ha donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera), che è stato piantato il 28 novembre 2020 per i nipoti lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Gaia, Sara, Vittoria e Giulia e il rusticano Gino: cinque amici con i piedi ben piantati per terra”.
Livia ha donato un esemplare di ciliegio acido (Prunus cerasus), della varietà Visciola, che è stato piantato il 28 novembre 2020 per il suo piccolo amico Alessandro lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Alessandro cresce, Alessandro pensa, il suo saggio amico ciliegio lo tiene per mano”.
Rebecca Rossi ha donato un esemplare di melo cotogno (Cydonia oblunga), che è stato piantato il 26 novembre 2020, Giorno del Ringraziamento americano, in memoria del caro amico e Maestro in erba Christopher Quentin McMullen-Laird detto Zeke, prematuramente scomparso. “Il cotogno cresce lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. Guarda dall’alto la città di Bologna, dove Zeke potrà continuare ad avere una casa anche in Italia e praticare il suo “italiano beltà”, ovvero un vocabolario ricco di parole buffe e desuete, perché imparato dai libretti d’opera. E confidando che darà buoni frutti, come il suo esorbitante passaggio in questa vita, con le sue mele cotogne si potrà fare anche un’ottima mostarda. Da sempre innamorato della musica, quanto sensibile e attivo sulle questioni ambientali, Zeke sta ispirando piantagioni in diverse parti del mondo, per stimolarci a proteggere il nostro pianeta, l’aria, l’acqua e le api.” https://christopherquentin.com/memorial/
Vanna ha donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera), che è stato piantato il 23 novembre 2020, in ricordo di Valter, nei pressi dell’ingresso dell’orto del Becco. “Quando il direttore della Fondazione Villa Ghigi ci ha parlato di questa iniziativa di donare un albero per ricordare i momenti significativi delle proprie vite, io ho subito pensato che avrei voluto farlo per Valter. Lui se n’è andato in una fredda mattina di marzo, dopo avermi salutato con il suo buongiorno. Ho scelto un rusticano perché insieme avevamo rievocato i tempi della nostra infanzia, quando ci arrampicavamo sugli alberi per mangiare i frutti ancora acerbi. Valter mi parlava di quando abitava in via Lame e al di là della strada c’era la campagna. In primavera il nostro albero fiorirà e un po’ mi consolerà e negli anni continuerà a crescere come il mio amore per lui”.
Caterina ha donato un esemplare di nocciolo di Costantinopoli (Corylus colurna), che è stato piantato il 21 novembre 2020 nello spazio alberato dove crescono vecchi cornioli, cotogni, noccioli e melograni tra il giardino di Villa Ghigi e il bosco recintato. “La pianta è il mio regalo, come testimone di nozze, per il matrimonio di Chiara e Stefano, perché credo che non ci sia un simbolo più calzante della vostra unione. Vorrei che vi ricordasse di essere sempre fedeli a voi stessi: liberi, saldi, pronti a offrire i vostri frutti a chi ne ha bisogno. Che questo nocciolo possa dare riparo, ombra e conforto a chi passa distrattamente per il parco, senza chiedere nulla in cambio se non un sorriso, esattamente come avete sempre fatto voi. Volevo farvi un regalo che fosse un punto fermo, ma ancora una volta mi accorgo che voi siete il mio.”
Ornella ha donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato nel prato sul retro del Palazzino, proprio di fronte all’ingresso del frutteto, il 20 novembre 2020, anniversario delle nozze dei genitori Maria e Carlo, che un tempo ne avevano uno nel loro giardino a Lugagnano. “Papà tu amavi i boschi, amavi gli alberi e ne coglievi i fiori e i frutti per regalarli alla tua sposa che ne traeva piccoli capolavori da disporre in casa. Voi non ci siete più ma lui vive ancora, rigoglioso, allegro, invitante, e irradia felicità e amore prima con i suoi fiori, quindi con i suoi frutti. ma è lontano. Con questo melograno, piantato oggi, qui a Bologna, rinnoveremo il miracolo della fioritura e della raccolta e potremo sentirci ancora uniti e vicini”.
Paola Fava ha donato un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica), che è stato piantato il 17 novembre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Sebbene sia distante dalla città, / guardando Bologna dall’alto di questo parco, / ne sento ugualmente l’appartenenza. // Vicina al mio albero vedo / la pianura, i colli e San Luca, la nostra Basilica, / poi, con altri occhi, il mare, le montagne, belle città, / ma soprattutto / le persone che ho incontrato, molte indimenticabili. / Si accendono cosi i ricordi, che illuminano la strada percorsa con loro. // Inoltre vedo con chiarezza / orizzonti senza nubi, / che lasciano spazio alla conoscenza ed a una nuova comprensione, / che solo la gratitudine mi ha donato. // Le radici nel passato, / tronco e rami nel presente, / foglie, frutti e fiori bianchi nel futuro / che leggeri si muovono liberi, / portando ovunque, come pioggia magica, / la vera guarigione, umana ed eterna, / mia ricerca di vita.”
I nonni Alfonso ed Elisabetta hanno donato, per il nipotino Giacomo, un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Durone III di Vignola, che è stato piantato il 14 novembre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. “Doniamo questo ciliegio con l’auspicio che Giacomo impari ad amare e rispettare la natura e come un albero possa avere radici solide e crescere in armonia con sé stesso e con gli altri”.
Roberta, Luca, Giovanna, Roberto e Federico hanno donato un esemplare di cotogno (Cydonia oblonga), che è stato piantato il 7 novembre 2020 in ricordo di Sergio, nello spazio alberato dove crescono vecchi cornioli, cotogni e melograni tra il giardino di Villa Ghigi e il bosco recintato. “Ciò che la natura richiede ad un melo è di produrre mele. Da me la natura vuole che io sia semplicemente un uomo ma un uomo cosciente di ciò che è”. Carl Gustav Jung
Adriana, Angela B., Angela P., Aurelio, Birgit, Claudia, Cristina, Donato, Enio, Fausto, Fernando, Francesco, Gian Mario, Gianpietro, Giulio, Giuseppe, Horst, Luciano, Luisa, Marcello, Nicola, Paola, Piera, Pierluigi, Raffaele, Raul, Renza, Sabine, Siriana, Stefania, Susanna, Tommaso, Venere, Veronica hanno donato un esemplare di nespolo (Mespilus germanica), che è stato piantato il 17 ottobre 2020 lungo il nuovo filare di Rosacee nella parte alta del parco. L’albero è in ricordo di Silvano Mele: “Noi, in fondo, siamo come cerchi nel tronco degli alberi: tutti gli anni sono presenti, e le persone, vive o morte, sono.” Claudio Magris
Angela, Massimiliano e Emanuele hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato l’11 marzo 2020 lungo un filare misto nel prato subito a valle della sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola conduce verso Villa Ghigi. L’albero è stato piantato, nel giorno del suo ventunesimo compleanno, in ricordo di Michelangelo: un figlio e un fratello. Speriamo che questa quercia diventi rigogliosa così come era la sua chioma piena di ricci e che illumini la nostra vita come faceva lui con il suo sguardo. In questo luogo potremo incontrare Michelangelo, una quercia, una forma viva che guarda al futuro.
Francesca, Clara, Francesco, Enza, Annalisa, Giorgio hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 9 marzo 2020 lungo il doppio filare di querce nel prato a ovest del Frutteto del Palazzino, e pensano a Roberto sotto a una giovane quercia.
Annachiara e Giuseppe, con i figli Bianca e Riccardo, hanno donato un esemplare di noce (Juglans regia), che è stato piantato il 7 marzo 2020, lungo la cavedagna a valle dell’orto del Becco, per ricordare la loro adorata mamma e nonna Pilis, di cui sentiranno sempre una grande mancanza. Pilis amava la cultura ma anche la natura, le passeggiate con gli amici e, tra le altre cose, raccogliere le noci per il suo alcolicissimo e ambitissimo nocino, che regalava a tutti i suoi cari (e che loro centellinavano per farlo durare di più). Pilis, dotata di rara intelligenza, simpatia, sensibilità e generosità, era sempre disponibile per tutti e, in particolare, aveva un legame fortissimo con la sorella e il fratello. Il noce è stato piantato accanto all’albero di ciliegio in ricordo del suo amato fratello Vito. Se ne sono andati a poche settimane l’uno dall’altra ma ora sono vicini, nella bellissima cornice del Parco Villa Ghigi. “Le gentili Betulle chiacchierano in continuazione, le Querce emettono una musica solenne, le Felci una musica bassa e carica di mistero, le piante di Noce una musica sempre allegra”, Patrizia Boi, LegenΔe di Piante – Nostra Protezione ed Equilibrio in Terra.
Gaia e i figli Angelo e Simone, con le nuore e i nipoti, hanno donato un esemplare di ciliegio amareno (Prunus cerasus), che è stato piantato il 7 marzo 2020 lungo la cavedagna a valle dell’orto del Becco. È un dono per ricordare Vito, andatosene lasciando un grande vuoto, e così far crescere vigorosa una giovane vita che col tempo darà i suoi frutti: “Albero piantato… / albero di canzoni / albero fiamma dai molti rami… / sboccia lento… / allarga speranze di alti cieli / cosparsi di cirri / vie lattee / e ritorni di uccelli… / veleggia stagionato nel vento…” Richard Berengarten.
Le zie Gioia, Paola e Silvia hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 7 marzo 2020 lungo un filare misto nel prato poco a valle della sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi, per celebrare la nascita del loro adorato Pietro Giotti. “Con l’augurio che, come la sua quercia, possa crescere saldo nelle radici piene di amore, retto nel fusto, in armonia tra i suoi simili e libero nelle sue foglie accarezzate dalla luce e dal vento.”
Alessandro, Chiara, Federica e Marco hanno donato a Federico e Micaela, per il loro matrimonio, un esemplare di roverella (Quercus pubescens) che è stata piantato il 7 marzo 2020 lungo il doppio filare di querce nel prato a ovest del Frutteto del Palazzino. “E la vostra famiglia sia una farfalla / che vola leggera da un fiore e una stella / E che abbia i suoi stessi stupendi colori / e sia bella da dentro e sia bella da fuori. / E la vostra famiglia sia solida e forte / come è forte una quercia che non teme la morte / e le sue radici siano tanto profonde / quanto è fondo il mare sotto un manto di onde.”
Livio Follo e la sua famiglia hanno donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera), che è stato piantato il 7 marzo 2020 lungo uno dei filari nel grande prato a ovest del giardino di Villa Ghigi. L’albero è in memoria di Mario Palumbo, prematuramente scomparso all’inizio di quest’anno: “Affinché albero tu rinasca / Per proteggerci con la tua frasca, / Perché altri standoti accanto / Possano ammirarti alquanto / E godere della tua presenza / Confortati dall’infiorescenza. // Quest’albero un po’ ti somiglia / E l’amata musica bisbiglia / Quando il vento tra i suoi rami / Risuona intorno agli stami / Ora cresci forte, bello e sano / Sarai sempre il nostro rusticano”.
Giancarla Gilli Pettazzoni ha donato un esemplare di cerro (Quercus cerris), che è stato piantato il 2 marzo 2020 poco a valle della sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. L’albero è in memoria dell’amato Paolo Pettazzoni: “Siediti e ascolta. È il vento che ti porta dolci parole.”
Luisa e Dimitri hanno donato otto esemplari di kaki (Diospyros kaki), che sono stati piantati il 27 febbraio 2020 lungo la sterrata diretta al Palazzino, a formare un nuovo filare. “La differenza tra sogni e obiettivi è nei gesti. Tutti i giorni, le persone che lavorano per la Fondazione Villa Ghigi ne fanno tanti per portare sapienza, bellezza e sostenibilità al maggior numero possibile di persone. Osservare questo ci ha portato a fare un piccolo gesto”.
Maria Grazia Billi ha donato un esemplare di kaki (Diospyros kaki), che è stato piantato il 22 febbraio 2020 alle spalle del giardino di Villa Ghigi. “E’ un albero che non ho voluto dedicare a una sola persona ma un albero per tre, la continuazione, il ‘figlio’ dell’albero che sessant’anni fa la mia nonna piantò nel nostro giardino, ha allietato la mia mamma e ora è lì a proteggere me. Tre generazioni di donne sotto un bellissimo albero di kaki.”
Gianluigi e Liliana hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens) e un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) della varietà Santa Caterina, che sono stati piantati il 19 febbraio 2020, il primo ad avviare il doppio filare di querce nel prato a ovest del Frutteto del Palazzino, il secondo nel prato sul retro del Palazzino, proprio di fronte all’ingresso del frutteto. “La quercia disse al mandorlo: parlami di Dio / e il mandorlo fiorì” Nikos Kazantzakis
L’azienda Archimede R&D, ha donato un esemplare di maggiociondolo (Laburnum anagyroides), che è stato piantato il 18 febbraio 2020 nel prato al margine del giardino di Villa Ghigi, verso il Palazzino. “Pensiamo che il nostro lavoro non debba essere fatto solo di e-mail, telefonate e incontri all’interno di uno spazio chiuso come un ufficio. Vogliamo concepire il lavoro come uno spazio “aperto”, in cui ognuno di noi può condividere idee, esperienze e progetti per far crescere qualcosa di nuovo. Realizzare uno spazio comune libero, dove poter camminare, fermarsi, parlare, pensare, creare e condividere. Piantare questo maggiociondolo ha significato un po’ tutto questo per noi e ci auguriamo che dalla prossima primavera possa allietare tutti, con il suo colore giallo e il suo profumo intenso”.
Gli amici volontari dell’Associazione Italiana Celiachia di Bologna e quelli di Villa Erbosa hanno donato tre esemplari di mirto (Myrtus communis), che sono stati piantati il 15 febbraio 2020 sul margine del prato alle spalle del Palazzino, in memoria di Margherita Baldus, scomparsa prematuramente nel 2019. “Il mirto ricorda la sua terra natia, la Sardegna, e simboleggia anche la forza che Margherita ha sempre dovuto dimostrare nelle dure vicende della sua vita: non a caso nell’antica Grecia il mirto era la pianta prediletta dai grandi guerrieri. Ma il mirto ricorda in qualche modo anche la sua città di adozione, Bologna. Una leggenda vorrebbe che il nome mortadella derivi proprio dalle bacche di mirto (murta in sardo) usate, un tempo, al posto del pepe per aromatizzarla: in sardo mortadella si dice murtadella. Con questo aroma condiviso ci piace allora ricordarla per le tante ricette che ci ha fatto gustare e che ci ha insegnato a realizzare, tutte frutto della sua sconfinata passione per la cucina. Grazie Margherita!”.
Carla ha donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 15 febbraio 2020 nel grande prato a ovest del Frutteto del Palazzino per formare un doppio filare di querce. “Questa quercia, come simbolo di vita e di rinascita, è per ricordare i miei genitori Giuseppe ed Eva. Insieme a Raffaello e Alessandro ne custodiremo la crescita”.
Gli amici Angelo, Rosanna, Gigi, Anna, Stefania, Luca e Luisa hanno donato un esemplare di albicocco (Prunus armeniaca), della varietà Reale di Imola, che è stato piantato l’11 febbraio 2020 nel vecchio filare della stessa specie sotto al Becco. “A questo albero auguriamo di splendere in memoria del nostro caro amico Emilio Rossi; perché gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano”.
I nonni Claudio, Fausto, Ivana e Raffaella hanno donato a Jordi un esemplare di ciliegio amareno (Prunus cerasus), che è stato piantato il 10 febbraio 2020 poco oltre il Palazzino, a valle della sterrata che sale verso il confine alto del parco, vicino a quello donato alla sorella nel novembre 2017. Tutti e quattro i nonni, con grande affetto, si augurano che Jordi Nanni Desalvo e il ciliegio abbiano una vita lunga e, insieme ad Alice, fioriscano ogni anno vicini e possano godere di ottimi frutti.
Alessandro e Graziella hanno donato un esemplare di rusticano (Prunus cerasifera), che è stato piantato l’8 febbraio 2020 lungo uno dei filari nel grande prato a ovest del giardino di Villa Ghigi. “Oggi, in ricordo di Luciano, si pianta in albero. Non un albero qualunque. Un rusticano. Un albero forte, resistente, come Luciano è sempre stato. Un rusticano come quelli a cui da giovane, con i suoi fratelli, rubava i frutti per calmare la fame del dopoguerra. Un dopoguerra lasciato alla spalle con il lavoro, l’amata famiglia, la caccia e la pesca, la battuta sempre pronta, fino all’ultimo momento. Oggi, in ricordo di Luciano, si pianta un albero. Un albero che avrà sicuramente tanti frutti e tante foglie quanti sono i ricordi di tutti quelli che gli hanno voluto bene e a cui lui ha voluto bene”.
Andrea, Bano, Bob, Dhany, Emanuela, Frances, Luca, Massimo, Pascal, Pondr, Roberto, Sandra, Solmi hanno donato un esemplare di cipresso (Cupressus sempervirens), che è stato piantato l’8 febbraio 2020 lungo il crinale che segna il confine alto del parco, nei pressi di alcuni annosi esemplari della medesima specie, per salutare la loro amica Susi. “Perché ad avere la meglio non siano il silenzio, il vuoto, la distanza: Solsbury Hill di Peter Gabriel (traduzione liberamente adattata) – Salito sulla collina di Solsbury / Potevo vedere le luci della città / Soffiava il vento / Il tempo si è fermato / Un’aquila è emersa dalla notte / Meravigliosa /Avvicinandomi, ho sentito una voce / Il cuore è impazzito / Figliolo – ha detto – prendi le tue cose / Sono venuto per portarti a casa // Mi sono rassegnato a mantenere il silenzio / I miei amici avrebbero pensato fossi pazzo / Trasformare l’acqua in vino / Aprire porte che presto si sarebbero chiuse / così ho continuato giorno dopo giorno / la mia vita monotona / Fino a quando ho pensato a ciò che avrei dovuto dire / Quali relazioni avrei dovuto interrompere / E sono uscito dall’ingranaggio / Il mio cuore è esploso // Non sono mai dove vorrei essere / quando l’illusione tesse la sua tela / E quando penso di essere libero / La libertà è una piroetta / Ho guardato i miei contorni vuoti / Mostrerò un altro me stesso / Dirò loro cosa significa il sorriso sul mio volto / Il mio cuore impazzisce / Hey – ho detto – Puoi tenerti le mie cose. / Stanno venendo a prendermi per riportarmi a casa.”
Giovanna Bonarini e Umberto Di Primio hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens) e un esemplare di cotogno (Cydonia oblunga), che sono stati piantati il 3 febbraio 2020, il primo a conclusione del nuovo filare di querce nel prato a ovest del Frutteto del Palazzino, il secondo nel prato sul retro del Palazzino, proprio di fronte all’ingresso del frutteto. “Per festeggiare i nostri 70 anni doniamo a questo magnifico parco due alberi che ci accompagneranno negli anni a venire con i loro fiori, le forme e i colori delle foglie, i frutti profumati e le ghiande e, nel tempo, la loro ombra riparatrice, rendendolo ancora più piacevole e ‘nostro’”.
Gaia e Gilberto hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 1° febbraio 2020 nel grande prato a ovest del Frutteto del Palazzino per formare un nuovo filare di querce. “Per il presente e il futuro, con uno sguardo al passato. Perché un albero è vita nuova, ma anche radici ben affondate nella terra. Per la giovane Giulia Elektra e la sempreverde nonna Diana, ben radicata nei nostri ricordi bambini”.
Insieme a un gruppo di amici e ai familiari, Claudia Alvisi ha donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium) della varietà Durone I di Vignola, un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) della varietà Santa Caterina e un esemplare di melo (Malus domestica) della varietà Campanino, che sono stati piantati il 18 gennaio 2020 a conclusione del filare di Rosacee realizzato nella parte alta del parco. “Per celebrare Luigi Monti da parte dei suoi amici e dei familiari. Sarà un bellissimo ricordo, che parla di vita, di presente e di futuro, che regalerà foglie, fiori e frutti a tutti con la stessa generosità con cui Luigi ha sempre regalato affetto a tutti quelli che ha incontrato; perché gli alberi si prendono cura di noi, ci fanno respirare, ci proteggono e ci lasciano riposare alla loro ombra. Così il nostro caro Luigi, che amava la natura, ci portava in gita alle cascate, era sempre disponibile per tutti e avrebbe amato questa vista della sua città. Anche in questa forma darà frutti.”
Assunta Pelli Valesio ha donato un esemplare di Stachyurus chinensis, che è stato piantato il 17 gennaio 2020 lungo la cavedagna inerbita che conduce a Villa Ghigi, sulla scarpatina in cui crescono varie piante ornamentali. “Mando un augurio a questo arbusto, le cui origini sono lontane e orientali, perché possa radicarsi, crescere e fiorire nella natura bolognese. Allo stesso modo spero accada a Paolo Valesio: che, dopo mezzo secolo di assiduo e fecondo impegno nelle università statunitensi, possa di nuovo radicarsi nella natia Bologna.”
Susanna ha donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 17 gennaio 2020 nel grande prato a ovest del Frutteto del Palazzino per formare un nuovo filare di querce. L’albero è dedicato al ricordo del marito Tiziano, amante di questo luogo verde che abitualmente frequentava nelle sue passeggiate in collina. Perché sia un punto di incontro per tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato.
Licia Montebugnoli ha donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato l’11 gennaio 2020 nel grande prato a ovest del Frutteto del Palazzino per formare un nuovo filare di querce. La pianta è un regalo per il compleanno del marito Gianni: “Radici ben piantate nella terra, pronta a cogliere ciò che la natura le darà. Una quercia come Gianni, mio marito e papà di Riccardo e Michele”.
I nonni Roberto Casolari e Luana Aldrovandi hanno donato un esemplare di cerro (Quercus cerris), che è stato piantato l’11 gennaio 2020 nel pendio a margine del bosco alle spalle di Villa Ghigi, in un filare di giovani querce in via di formazione, per il nipote Rocco Lelli Casolari. “Tre anni fa abbiamo piantato un cerro per Fosco; entrambi hanno superato i primi problemi, le prime avversità e ora stanno crescendo serenamente stagione dopo stagione. Oggi piantiamo un altro albero, per Rocco. E’ un’altra quercia perché anche Rocco è un bambino forte, tenace, che non ha paura dei piccoli ostacoli che si possono presentare. Le due querce cresceranno vicine e diventeranno anno dopo anno grandi e maestosi alberi, come Fosco e Rocco che con l’amore e l’aiuto reciproco diventeranno grandi uomini. Con immenso affetto i nonni Roberto e Luana”.
2019
Anna Zaghi ha donato un esemplare di corbezzolo (Arbutus unedo), che è stato piantato il 19 dicembre 2019 sul margine del prato alle spalle del Palazzino. La pianta è in memoria di Ernesto Nicoletti, “ricordato sempre con immutato affetto dalla moglie Anna, con la quale condivideva la passione per la natura, e dai familiari e amici tutti.”
Renata Salani ha donato un esemplare di tiglio selvatico (Tilia cordata), che è stato piantato il 17 dicembre 2019 dopo il secondo tornante della strada di accesso al parco da via San Mamolo. L’albero è in memoria del padre Giuliano Salani, perché per lei un tiglio fiorito è il profumo dell’inizio delle lunghe vacanze estive e il dolce ricordo del babbo, che con la figlia si gode lo spettacolo dei burattini all’aperto.
Maria Assunta Baraldini Salani e i nipoti Federico e Valentina Quaquarelli hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 17 dicembre 2019 nel grande prato a ovest del Frutteto del Palazzino. L’albero è in memoria del marito e nonno Giuliano Salani, a perenne ricordo di lui e dei suoi fruttuosi insegnamenti, in particolare di quello che recita: “Nihil sine magno labore vita dedit mortalibus” (Orazio, Satire).
Paolo, Lucia, Mariagrazia, Alessandra, Bruno, Rossella, Francesco, Claudia, Ermanno, Federico e Rita hanno donato un esemplare di leccio (Quercus ilex), che è stato piantato il 14 dicembre 2019 nelle vicinanze di Villa Ghigi. L’albero è dedicato a Giovanni Mengoli (Rodi 1926 – Bologna 2019). “Un Fratello, esimio Medico e Maestro che ha insegnato tolleranza e prudenza. Storico, archeologo, graffiante caricaturista e piacevole pianista di Jazz. Forte capitano di mare trasmetteva coraggio ad affrontare la tempesta senza paura. Ti dedichiamo questo Leccio, pianta a te cara, per ricordarti finché vita si avrà”.
Fabio, Caterina, Vera e Valerio hanno donato quattro esemplari di olivello spinoso (Elaeagnus rhamnoides), che sono stati piantati il 14 dicembre 2019 nei pressi del Frutteto del Palazzino. “In una giornata del dicembre 2019 illuminata di neve, abbiamo avuto il piacere di regalare quattro olivelli spinosi al parco, alla sua biodiversità e a tutte le persone che lo frequentano.”
Giuliana ha donato un esemplare di Heptacodium miconioides, il cui nome comune cinese significa albero dei sette figli, e due esemplari di gelsomino d’inverno (Jasminum nudiflorum), che sono stati piantati il 10 dicembre 2019 nel pianoro centrale tra il Palazzino e Villa Ghigi per ricordare Beppe. “Mi hai chiesto un fiore e guarda, sta nascendo un giardino! Qui troveranno casa le farfalle. Voleranno, simboliche, tra i miei ricordi e le mie speranze.”
Doriana ha donato un esemplare di tiglio selvatico (Tilia cordata), che è stato piantato il 4 dicembre 2019 al secondo tornante della strada di accesso al parco da via San Mamolo. L’albero è in ricordo del marito Mauro Caldari, medico dentista. “Se la parola cantata è vento la parola scritta è terra su cui poggiare i piedi per sempre. Con amore Mauro” (Mauro Caldari, Adesso canto io).
Isabella e Michele Mattei, in occasione dei loro cinquant’anni, hanno pensato di raccogliere contributi dagli amici, che hanno risposto con generosità ed entusiasmo, e hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), un esemplare di salice bianco (Salix alba), due esemplari di salice rosso (Salix rubra) e due esemplari di frangola (Alnus frangula), che sono stati piantati il 30 novembre 2019 lungo il fossetto a valle del frutteto del Palazzino. A Isabella e Michele gli amici hanno regalato anche poesie e pensieri in libertà sul tema: “Vita dona vita” Roberta – “Alberi! Frecce voi siete dall’azzurro cadute?” (Federico Garcia Lorca) Carla – “Piantare un albero è un atto simbolico da offrire ai nostri figli, significa mettere radici, saper aspettare, vivere nel ritmo della natura e contribuire al futuro della Terra…” Barbara – “L’albero è ossigeno, l’albero è radici, l’albero è scala verso il cielo… è forza e pace. L’albero è vita” Francesca – “Avere rispetto per la natura e il creato è amare se stessi” Manuela – “Piantala di distruggere la natura… è ora di iniziare a piantarla!” Emanuela – “La natura non è un posto da visitare ma il sentirsi a casa” (Gary Snyder) Tiziana – “La natura va rispettata, non violentata” Francesco – “Alla nascita di ogni figlio abbiamo piantato un albero…” Morena – “Il vostro abbraccio sa rasserenare… come l’albero che apre i suoi rami per poterci dal sole riparare…” Cristina – “Il momento migliore per piantare un albero è 20 anni fa. Il secondo momento migliore è adesso” (Confucio) Elena – “Non sei sola / mai / gremita / di cuori pulsanti / che schiudono vita / e colori di fiori / e di piante / intrecciati / per vivere / e andare più avanti…” (Gabriella Palma, La natura).
Stefano e Giulia, per ricordare Roberta, hanno donato un esemplare di cipresso (Cupressus sempervirens), che è stato piantato il 29 novembre 2019 lungo il crinale che segna il confine alto del parco, nei pressi di alcuni annosi esemplari della medesima specie: “A Roberta oggi, che è il tuo compleanno / qui per te a ricordarti / vivendoti in questo tuo nuovo / percorso di crescita / per abbracciarti / su questa terra”.
Emili ha donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 22 novembre 2019 nei pressi del Palazzino, vicino a un grande esemplare della stessa specie. È un regalo di compleanno per il marito Giammarco: “Caro Giammarco, questo è Jagu, il regalo per i tuoi 47 anni, ma anche il regalo per la nascita dei nostri figli. Il mandorlo è il primo di tutti i gli alberi a dare fiori, è l’albero della nascita ma anche l’albero della rinascita. È l’albero per Guglielmo e per Jacopo, ma anche il tuo, per la tua rinascita e per il nuovo viaggio che in questo 2019 hai intrapreso, quello di padre e di capofamiglia. Il mandorlo ha una fioritura molto breve e in questo breve tempo i fiori cambiano velocemente colore fino a diventare bianchi prima di cadere. La sua fioritura è un po’ come la nostra vita e i suoi fiori sono un po’ noi. Diventiamo bianchi e ce ne andiamo in fretta. Jagu è per celebrare la vita. La tua, la mia, la nostra unione e la nascita dei nostri bambini. E poi, quando un giorno lontano, sarai diventato bianco e io pure, e quando saremo volati come i petali dei fiori del mandorlo, Jagu rimarrà qui dove noi quattro oggi lo piantiamo insieme. Rimarrà questo piccolo angolo per Jacopo e per Guglielmo, che potranno venire e ritrovarsi per parlarci e salutarci. E forse noi impareremo a rispondere scuotendo qualche vecchio ramo e muovendo qualche invisibile foglia”.
Ramona, Margherita, Andrea, Angelina, Caterina, Luca, Silvia, Carlotta, William, Antonio, Michela Chiara ghalia, Chiara dj, Claudia, Hellen hanno donato un esemplare di gelso nero (Morus nigra), che è stato piantato il 16 novembre 2019 lungo una cavedagna del parco nelle vicinanze di alcuni vecchi gelsi bianchi. “Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è ora” Confucio.
Sara, Vanessa, Bruno, Francesco, Alberto, Michele, Luigi, Diego, Elisa, Giorgia, Michela, Maria e Fabrizio hanno donato un esemplare di parrozia (Sycoparrotia semidecidua), che è stato piantato il 9 novembre 2019 a margine del prato alberato vicino al giardino di Villa Ghigi in omaggio e ricordo del loro meraviglioso amico Mario. Nel lasciarlo andare, ne tengono stretti tanti pezzi e ne hanno voluto aggiungere uno che fosse speciale: “Per un pezzo di me che se ne va, un pezzo di te resta qua”.
Franco, Emanuela e Valentina hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Durone III di Vignola, che è stato piantato il 9 novembre 2019 poco oltre il Palazzino, a valle della sterrata che sale al confine del parco. L’albero è in ricordo di Maria Ida Simoni, amata moglie, mamma e nonna.
I bambini e le bambine della scuola dell’infanzia Raggio di Luna e i loro genitori hanno donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 9 novembre 2019 nei pressi dell’orto del Becco. La pianta è un regalo, con grande affetto e gratitudine, per Maestra Mara e Maestra Lara. “… E così abbiamo deciso di piantare insieme un piccolo e giovane albero, simbolo del frutto dell’unione con i nostri e vostri bambini, che resista nel tempo e rappresenti i frutti dell’amore e del legame che avete donato e ricevuto”.
Zia Erica e zio Giuseppe hanno donato un esemplare di magnolia (Magnolia x soulangeana ‘Rubra’), che è stato piantato il 26 ottobre 2019 nel pianoro della fontanella nei pressi di Villa Ghigi. L’albero è un regalo in occasione del battesimo della loro nipotina Margherita: “C’era una volta un albero che tanto amava un bambino… / Quando era stanco, il bambino si addormentava all’ombra dell’albero / E l’albero era felice…” Shel Silverstein, da L’albero. “Saremo uno dei tuoi alberi” zia Erica e zio Giuseppe.
Giuliana ha donato un esemplare di tiglio selvatico (Tilia cordata), che è stato piantato il 26 ottobre 2019 nel giardino della villa, nei pressi del grande tasso. “Giulio, marito, padre, nonno adorato, come un albero sei radicato nei nostri cuori. Un albero è vita, un albero è speranza, un albero è fortezza. Un albero è il ricordo delle passate stagioni e, insieme, anelito verso il futuro. Che quest’albero perpetui l’amore, l’affetto, la stima che hai saputo ispirare. Che le sue chiome cantino al vento la musica che amavi tanto. Tuoi Giuliana, bimbi e bimbe.”
Bruno, Vivian e Virginia hanno donato un esemplare di libocedro o cedro della California (Calocedrus decurrens), un esemplare di sequoia della California (Sequoia sempervirens), un esemplare di sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum), un esemplare di tuia occidentale (Thuja occidentalis), un esemplare di tuia gigante (Thuja plicata) e 24 arbusti di maonia (Berberis aquifolium), che sono stati piantati il 23 marzo 2019 vicino al cancello di ingresso del settore di bosco recintato. Lo hanno fatto per sostenere, in compagnia degli amici della vita, il parco come bene comune perché, come dice Alda Merini in una sua poesia, c’è bisogno “Di fiori detti pensieri, / Di rose dette presenze, / Di sogni che abitino gli alberi.”
Michelina, Paolo e Nico hanno donato e piantato in ricordo di Davide Diversi, scomparso un anno fa, un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 23 marzo 2019 nel piccolo frutteto dietro al Palazzino. “Abbiamo scelto di ricordarti con questo albero, da sempre considerato una pianta sacra, simbolo di onestà e fertilità, perché pensiamo che siano i valori che più ti rappresentano. L’amore per la famiglia, l’impegno nel lavoro, il culto dell’onestà, il rispetto per la natura sono state realtà luminose della tua vita che a noi piace ricordare… affinché l’assenza prenda l’aspetto dell’orizzonte”.
Elena e Roberto hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Moretta di Villa Ghigi, per la piccola nipotina Liù Victoria. L’albero è stato piantato il 16 marzo 2019, in una giornata di sole e di festa in cui si è riunita una allegra tribù, nel filare delle rosacee in via di completamento lungo la cavedagna a monte del Palazzino. “Un ciliegio di infanzia fiorisce oggi, un fiore bianco e delicato che si apre a primavera per accoglierci, come una tavola imbandita a festa, ci ritroviamo intorno a un albero seduti come a un pranzo di natale, con la festa intorno, con il cielo azzurro e il profumo di noi nell’anima, in questa corteccia piantiamo il seme della nostra famiglia che sia la tua radice Liù dove ritrovare tutti noi e il tanto amore che ci germoglia dentro. Un albero chiamato Liù e pieno di famiglia. Buona primavera al futuro, ai pensieri e all’amore”.
Anna, Andrea e Cristina hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Durone I di Vignola, che è stato piantato il 16 marzo 2019 nel filare di rosacee in via di completamento lungo la cavedagna a monte del Palazzino. “Ad Asia, una compagna meravigliosa che ha profondamente arricchito la nostra vita. Questo albero in suo ricordo e in ricordo delle sue due “amiche”, Dada e Luna”.
Andrea, Alessia e zia Raffaella, per la nascita del piccolo Libero, hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Moretta di Villa Ghigi, che è stato piantato il 16 marzo 2019 nel filare delle rosacee in via di completamento lungo la cavedagna a monte del Palazzino. “Radici piantate per terra, sguardo proiettato verso l’alto e frutti senza recinto: cresci bene, Libero”.
Davide, Sonia e tutti gli amici di Lidia hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) della varietà Santa Caterina, in memoria del papà di Lidia, che è stato piantato il 9 marzo 2019 nel filare delle rosacee in via di completamento lungo la cavedagna a monte del Palazzino. Celebrano insieme un atto nuovo che nulla a che a fare con la sepoltura, ma parla di vita e di amore. “Due giorni dopo la mia morte / verrò a prendere il caffè da voi. / Mi stenderò sul divano / a guardare il sonno dei gatti. / Poi andrò via / verso un mandorlo che sta per fiorire / verso il nido / di una formica. / Potrei perfino uscire / dall’universo come se fosse una casa / e poi tornare / scuotendo la neve caduta sull’ombrello. / Se veramente amiamo / un uomo, una donna, una rosa, / noi da vivi e da morti / possiamo fare ogni cosa.” Franco Arminio, Una poesia d’amore
Liana e Fabio, per la nascita di Noemi, hanno donato un esemplare di gelso nero (Morus nigra), che è stato piantato il 2 marzo 2019 alla testata del nuovo filare di rosacee in via di completamento lungo la cavedagna a monte del Palazzino. “Non esiste un albero più paziente del gelso . E tu, piccola Noemi, ci hai scelti e come un piccolo gelso hai atteso che i tempi fossero maturi per arrivare. Piano piano ti sei fatta largo, nei nostri pensieri, poi nel nostro cuore ed infine nei nostri sogni prima di materializzarti e riempire anche le nostre vite. Tu neonata e noi ancora piccoli davanti a questo miracolo siamo increduli e grati per averti ricevuto come un dono. Con infinito amore”.
Un esemplare di frassino comune (Fraxinus excelsior) è stato piantato il 23 febbraio 2019 lungo la strada che sale a Villa Ghigi. È un dono di mamma Sara e papà Stefano al piccolo Alfredo: “Alfredo, ci ha riempiti di gioia piantare il tuo frassino ed è stato emozionante vedere tuo fratello Alessandro mentre, per la prima volta, innaffiava il tuo albero. Presto lo farete insieme! Buona vita, tesoro! Mamma e papà”.
Francesca, insieme ai familiari, per ricordare la madre Floriana, ha donato un esemplare di maggiociondolo (Laburnum anagyroides), che è stato piantato il 23 febbraio 2019 lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. Quelle che seguono sono le parole di Maria, l’amica più cara di Floriana: “Floriana. Con questo nome era quasi naturale studiare Scienze biologiche! Ci siamo laureate lo stesso giorno, il 12/12/1955. Se andavo a Villa Ghigi con Floriana camminavamo assieme fermandoci per osservare le meraviglie stagionali: il tappeto di foglie gialle delle ginkgo in autunno, il maestoso cedro dell’Himalaya che faceva pensare ai personaggi de Il barone rampante di Calvino, la primavera annunciata dai germogli delle piante ai lati dei prati, i frutti arancioni degli alberi. Quando in tempi recentissimi ho letto libri che trattano temi inerenti la vita delle piante in maniera molto innovativa, ho pensato che Floriana aveva in qualche modo percepito la vita segreta delle piante”.
Gli amici di Laura e la famiglia hanno donato un esemplare di tamerice (Tamarix gallica), che è stato piantato il 19 febbraio 2019 nei pressi dell’orto del Becco. Le hanno voluto donare un albero in occasione della sua laurea, non solo per via del suo amore per la natura, ma anche a simbolo del nuovo inizio che le si prospetta. Laura ha scelto la tamerice, dai delicati fiori rosa, come compagna con cui condividere il futuro cammino da percorrere. Con questo dono, noi amici e parenti vorremmo regalare a Laura un bel ricordo del successo raggiunto che, radicato nel terreno, le porti i propri frutti più avanti. “Questa volta lasciate che sia felice, / non è successo nulla a nessuno,/ non sono da nessuna parte, / succede solo che sono felice/ fino all’ultimo profondo angolino del cuore. / Camminando, dormendo o scrivendo, / che posso farci, sono felice./ Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,/ sento la pelle come un albero raggrinzito, / e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, / il mare come un anello intorno alla mia vita, / fatta di pane e pietra la terra / l’aria canta come una chitarra…” Pablo Neruda, Ode al giorno felice
Lorena e tutta la famiglia hanno donato un esemplare di ciliegio dolce (Prunus avium) della varietà Cornetta, che è stato piantato il 16 febbraio 2019 nel filare di Rosacee lungo la cavedagna che raggiunge il confine alto del parco (settima pianta a partire dal crinale). La pianta è in ricordo della sorella Antonietta e del fratello Gianluca. “Le persone che amiamo sono giardini fioriti che danno vita alla nostra vita, pioggia nei momenti aridi, colori alle sere grigie, ombra quando brucia il sole. A volte dimentichiamo che nessun giardino fiorisce per sempre, che prima o poi arriva l’inverno a costringerci a dire addio”.
Roberto e Stefano, per ricordare Piera, hanno donato un esemplare di maggiociondolo (Laburnum anagyroides), che è stato piantato il 15 febbraio 2019 lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. “Diventare un albero dopo la fine della vita, tornare alla terra per poi rivedere il sole, rifiorire ogni primavera, questo era stato il suo desiderio, la sua ultima volontà. Con amore la rispettiamo, scegliendo la pianta che più di tutte le piaceva.”
Paola Calzolari ha donato un esemplare di calicanto d’inverno (Chimonanthus praecox), che è stato piantato il 13 febbraio 2019 nel pianoro vicino al giardino ornamentale di Villa Ghigi. Come la sua amica Marisa, che ha donato un kaki il medesimo giorno, pensa che mettere a dimora una pianta sia dare continuità di vita e ricordo ai propri cari genitori; il calicanto e loro stessi continueranno a vivere nelle primavere future. “L’effluvio del calicantus stordisce / Le fate appisolate sopra i rami / In attesa del vento che sparpaglia / I pensieri…” Mario Rondi, Calicanto. “La primavera dorme lieve sui terreni verso il mare. / E’ morta ieri sera eppure è immortale. / Mille volte ho visto la sua fine: / ma ancora non so se è un tempo del mondo / o se è soltanto luce. / Dorme. Non vive. Non muore: dorme. / Qualcosa dorme, luccicando, verso il mare.” Pier Paolo Pasolini, Canzonetta.
Marisa Guidoni ha donato un esemplare di kaki (Diospyros kaki), che è stato piantato il 13 febbraio 2019 al margine dei prati alti subito a monte del giardino di Villa Ghigi. Come la sua amica Paola, che ha donato un calicanto d’inverno il medesimo giorno, pensa che piantare un albero sia dare continuità di vita e ricordo ai propri cari genitori; l’albero e loro stessi continueranno a vivere nelle primavere future. “Albero di kaki: / le foglie hanno il colore / delle monete d’oro” – “La ragazza / appoggia un caco rosso / contro la guancia.” Kobayashi Issa.
Gli amici di Francesca hanno donato un esemplare di ciliegio acido (Prunus cerasus) della varietà Visciola nera, che è stato piantato il 12 gennaio 2019 nel filare dedicato agli alberi della famiglia delle Rosacee lungo la cavedagna che percorre la parte alta del parco. Questa varietà, non più presente da molti anni, ha arricchito la collezione di ciliegi del parco. “Ho fatto una deviazione a metà percorso, ho scalato il Monte Fuji.” Jiro Taniguchi, L’uomo che cammina.
2018
Gli amici della XIV Legione della Scuola di Naturopatia hanno donato sette esemplari di ginepro (Juniperus communis) che sono stati piantati il 22 dicembre 2018 lungo la cavedagna che costeggia l’orto del Becco. Le piante sono in ricordo dell’amica Lara Lorenzi e faranno compagnia ai ginepri che lei piantò il 6 aprile 2016. “Il gabbiano non appartiene al nido in cui è nato ma al cielo in cui vola”.
Giovanni Maura Sebastiana Andrea Susanna Tatiana Valentina Carlo Franco Angela, figli, nipoti, generi e nuora di Isabella Costa, hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 15 dicembre 2018, lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi (nei pressi del ponticello sul rio Fontane). “Per i tuoi 90 anni, noi tutti vogliamo regalarti una farnia, quercia di pianura: un albero grande e forte, che dà ricovero, ripara dal sole e dalla pioggia ed è da sempre punto di riferimento sulle strade. Tu ci hai insegnato l’amore e il rispetto per la natura e, con questo albero come simbolo di vita, vogliamo lasciare un segno per ricordare nel tempo l’amore che ci lega e il nostro passaggio insieme su questa terra.”
Giuliana ha donato un esemplare di calicanto d’inverno (Chimonanthus praecox), che è stato piantato il 10 dicembre 2018 nel pianoro centrale tra il Palazzino e Villa Ghigi per ricordare Beppe. “Perdono l’inverno che ti ha portato via e offro nuovi fiori alla terra; all’aria profumi precoci, annunci di primavere e di belle stagioni che non ti vedranno; all’anima, che ti cerca nella corrente, la speranza di ritrovarti”.
Un gruppo di amici ha donato un esemplare di leccio (Quercus ilex), che è stato piantato il 24 novembre 2018, nel giardino della villa, nei pressi dell’aiuola della giovane magnolia. L’albero è in ricordo di Greta, a cui gli amici dedicano questo testo: “Ci hai lasciati con un tesoro / di visi ritrovati, di nuovi legami, / di buone ragioni per stare insieme. / Ora i ricordi diventeranno germogli, / foglie, ronzii e luce, / ombra, silenzio e riparo, / una chioma abitata, / un tronco saldo a cui poggiare la schiena, / e cresceranno lacrime e abbracci, / pensieri nuovi e progetti e risate / sulle radici della nostra amicizia.”
Stefania e Vanni hanno donato un esemplare di pero corvino (Amelanchier s.p.), che è stato piantato il 23 novembre 2018, in ricordo di Anna, lungo la sterrata che dall’ingresso di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. “L’albero è vita e tu per noi sei stata la nostra vita”.
Anna Frustaci, Francesco Villani e Maria Frustaci, in ricordo di Giuliana Sole, hanno donato un esemplare di bagolaro di Biondi (Celtis biondii), che è stato piantato il 16 novembre 2018 nel prato alberato a lato del giardino di Villa Ghigi.
“Un albero come simbolo della vita che continua, oltre te , Giuliana Sole. Nulla è per sempre, neanche questa pianta che ti dedichiamo e attraverso la quale ci sembrerà di vederti crescere ancora, diventare più grande e più forte. L’albero continuerà ad esistere anche quando il nostro amore e i nostri ricordi non ci saranno più e nessuno saprà che è il tuo albero. E lo piantiamo proprio perché non possiamo accettare che di te, con il tempo, non resti più nulla al mondo.”
Paola Mastropietro ha donato a Vania un esemplare di ciliegio (Prunus avium) della varietà Durone II di Vignola, che è stato piantato il 29 ottobre 2018, giorno del suo compleanno, nel filare di rosacee in cima alla cavedagna che raggiunge il confine alto del parco. “Il ciliegio, che annuncia la primavera con la sua poetica fioritura, breve e intensa, è un simbolo di rinascita della vita e femminilità, oltre a ricordare quanto può essere effimera la bellezza”.
Elisa ha donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 12 aprile 2018 lungo la cavedagna che fiancheggia a valle il grande orto del Becco. “Che questo albero possa mettere radici forti, che i suoi colori e le sue foglie possano continuamente rinnovarsi, come la speranza nei nostri cuori; ci hai reso immensamente felici. Che il sole splenda radioso su questo albero che piantiamo per te, perché tutto intorno a te sia vita, meravigliosa, complicata, imprevedibile, magica vita. Ciao amore. La tua mamma e il tuo papà.”
Francesca e Andrea, per la nascita della piccola Anita, hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 24 marzo 2018 lungo il filare di roverelle secolari che fiancheggia la sterrata alle spalle del giardino di Villa Ghigi. “Con il desiderio che tu possa essere solida e forte, come le radici di questa quercia, e i tuoi sogni possano volare in alto, come i suoi rami accarezzati dal vento.”
Marco Teodori e Anna Aiello hanno donato due alberi per i loro figli, un melograno (Punica granatum) per Milo e un amareno (Prunus cerasus) per Emma, che sono stati piantati il 24 marzo 2018 lungo la cavedagna che fiancheggia a valle il grande orto del Becco. “I vostri figli non sono figli vostri… Sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee. Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni… – Kahlil Gibran”.
Angela Visceglia ha donato una roverella (Quercus pubescens), che è stata piantata il 23 marzo 2018 lungo la sterrata che raggiunge il confine alto del parco, in vista di un filare di roverelle secolari. “Perché sia sole per se stessa e per coloro che le chiederanno dimora, ascolto, affetto. Perché è rinascita, sola e orgogliosa pianta le radici nel terreno, guarda avanti a sé e stende i rami al cielo. Soledad sin ser solita, nunca… Lascia che la pace della natura entri in te come i raggi del sole penetrano le fronde degli alberi. Lascia che i venti ti soffino dentro la loro freschezza e che i temporali ti carichino della loro energia. Allora le tue preoccupazioni cadranno come foglie d’autunno.”
Giuliana, Annalisa e Marco hanno donato un esemplare di melo cotogno (Cydonia oblonga), che è stato piantato il 2 marzo 2018 in uno dei pianori tra il Palazzino e Villa Ghigi. Con questo gesto vogliono ricordare Beppe, amato compagno, cugino e amico. Nel punto scelto il cotogno si integra nel paesaggio richiamando i cotogni più in basso e sarà un valore aggiunto per la bellezza di questo angolo del parco che Beppe amava frequentare e dove ci piace ricordarlo. “Un seme che diventa albero racchiude in sé il mistero della vita, a volte troppo breve senza che se ne trovi la ragione. Quando il melo fiorirà, fiorirà il mondo intero.”
Marina, Andrea e tutto il gruppo degli amanti dei cani, frequentatori ed estimatori del Parco Villa Ghigi, hanno donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 10 febbraio 2018 nel filare di rosacee lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco. “Il mandorlo è un albero che amiamo perché è il primo a fiorire all’inizio della primavera e, col suo fiore delicato, è simbolo di rinascita e speranza e, col suo frutto, custode di saggezza. Tutti insieme abbiamo pensato di dargli il nome di Noah, uno dei cani del ‘branco’, che ci ha lasciato mentre correva per questi prati. Per tutti noi lui rappresenta lo spirito più vero di questo autentico paradiso e sicuramente corre ancora nel vento, libero, tra l’erba.”
Riccardo Vignoli ha donato un esemplare di pino d’Aleppo (Pinus halepensis), che è stato piantato il 10 febbraio 2018 in uno dei pianori tra il Palazzino e Villa Ghigi. L’albero è un pensiero rivolto a Sofia: “Lo dedico a lei, al suo sguardo, al suo sorriso e al mondo che la circonda, che possa essere per lei sempreverde.”
La moglie Katia e i figli Alessia e Alessandro hanno donato un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica), che è stato piantato il 13 gennaio 2018 lungo la strada principale del parco, poco prima della grande roverella. Con questo albero vogliono “ricordare l’amore del papà Marino per la natura, le colline e l’aria aperta. Chi passerà per questi luoghi, che lui era solito frequentare, possa sorridere pensando a quant’è bello passeggiare, soli o in compagnia, baciati dal sole, sferzati dal vento, bagnati dalla pioggia, godendo dei frutti e dei colori che anche questa pianta contribuirà a offrire.”
Michele, Isabella, Marco e Davide Mattei hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 13 gennaio 2018 a conclusione del breve filare di questa specie realizzato nei pressi del frutteto del Palazzino. “Le nostre origini sono contadine e i nostri genitori hanno mantenuto per se stessi e per noi, come noi abbiamo fatto con i nostri figli, un forte legame con quel mondo. Con il gesto di piantare la quercia abbiamo voluto consolidare questo legame e, simbolicamente, anche il legame tra di noi, consentendo allo stesso tempo a una realtà meravigliosa della nostra città come il Parco Villa Ghigi di incrementare la sua ricchezza arborea.”
2017
Claudio Conigliani ha donato altri tre esemplari di cerro (Quercus cerris), che sono stati piantati il 15 dicembre 2017, “a far compagnia a quelli messi a dimora lo scorso inverno. Insieme, formeranno un giorno un bel boschetto destinato ad abbellire il panorama di quell’angolo di parco e, con la loro tenacia e longevità, renderanno ancora più forte il ricordo di Marco“.
I nonni Claudio, Fausto, Ivana e Raffaella hanno donato ad Alice un esemplare di ciliegio (Prunus avium) della varietà Cornetta, che è stato piantato il 27 novembre 2017 poco oltre il Palazzino, a valle della sterrata che sale verso il confine alto del parco. Tutti e quattro i nonni, con grande affetto, si augurano che il ciliegio e Alice Nanni Desalvo abbiano una vita lunga, che fiorisca ogni anno e possa godere di ottimi frutti.
Il Nido MAST ha donato un esemplare di melo (Malus domestica), della varietà Lavina, che è stato piantato, insieme ai bambini e alle educatrici, il 21 novembre 2017 nel filare di peri e meli lungo la cavedagna che porta a Villa Ghigi. “Un melo di un’antica varietà, come quelli che nel passato abitavano queste colline, dedicato a tutti i bambini e le bambine del Nido Scuola MAST”.
Letizia, Alice e Paolo hanno donato un esemplare di albicocco (Prunus armeniaca), che è stato piantato l’11 novembre 2017, per festeggiare i 50 anni di Paolo, nel vecchio filare della stessa specie sotto al Becco. Fin da bambini hanno tutti frequentato e frequentano tuttora con amore e passione il Parco Villa Ghigi e questo albero è dedicato alla loro famiglia presente, passata e futura per rafforzare il legame con questo posto speciale.
Carla, Beatrice e Marco hanno donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 23 ottobre 2017 nello spazio alberato dove crescono vecchi cornioli, cotogni e melograni tra il giardino di Villa Ghigi e il bosco recintato. L’albero è in ricordo di Gino Cacciari e Desolina Lolli, che per tutta la vita sono rimasti legati alle loro radici contadine.
Adele, Arianna, Diana, Francesca, Giorgia, Pietro e Tommaso hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium) della varietà Durone I di Vignola, che è stato piantato il 18 marzo 2017 nel filare di rosacee lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco. “I più grandi tra noi da bambini venivano portati almeno un giorno all’anno al cimitero per ricordare i familiari morti e ascoltarne la storia. Era un momento che restava impresso nella memoria e che oggi capita sempre più di rado, soprattutto coi più piccoli. Per onorare le persone della nostra famiglia che non ci sono più, che abbiamo amato o non abbiamo potuto conoscere, abbiamo scelto di piantare un albero a tutti noi familiare, un ciliegio, che accompagneremo nella crescita e ci accomunerà nel ricordo.”
Franca, Adriano e Tommy hanno donato un esemplare di amareno (Prunus cerasus) e due di ciliegio (Prunus avium) delle varietà Durone I di Vignola e Durone II di Vignola, che sono stati piantati il 13 marzo 2017 nel filare di rosacee lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco. “Abbiamo piantato tre ciliegi perché il ricordo di Bade, mamma di Mounass, possa mettere radici, fiorire e dare frutti anche a Bologna, vicino alla figlia e ai nipotini Nenne e Jamal. Bade, nata in Casamance, Senegal, dove la natura è splendida, amava gli alberi: aver piantato un albero a suo nome, con i suoi piccoli vicino, è una grande gioia per noi tutti. Jamal avrà sempre il suo fratellino Nenne che lo protegge, dominando Bologna dal verde dei colli. Sarà bellissimo mangiare amarene e duroni tutti insieme, ma proprio tutti tutti! Maangeek saasune teey ak muñ bi nga def ci man sama yaye (Porto sempre con me la calma e il sorriso che mi hai dato).”
Il marito, il figlio e i colleghi di Gabriella hanno donato un esemplare di acero minore (Acer monspessulanum), che è stato piantato l’11 marzo 2107 al margine della fascia boscata che segna il confine alto del parco. “Ora sei qui, e nell’ acqua e nell’ aria. Finché dura la memoria non sei sola Gabriella, amore mio. Poi i nostri cieli si fonderanno insieme, ancora.”
Gli amici di Gianluca, insieme alla sua famiglia, hanno donato un esemplare di tiglio (Tilia cordata), che è stato piantato il 7 marzo 2017 a margine del bosco lungo la strada che sale a Villa Ghigi, “perché sia un punto di riferimento per i suoi amici, come Gianluca è sempre stato, e un luogo d’incontro per tutti quelli che lo hanno amato.”
Gianni, Francesca, Sandra e tanti altri amici, per ricordare Ivana, hanno donato un esemplare di alloro (Laurus nobilis), che è stato piantato il 4 marzo 2017 ai margini del giardino ornamentale intorno a Villa Ghigi, tra due grandi esemplari della medesima specie. “Il profumo dell’alloro, la sua robustezza e utilità hanno sempre attirato l’interesse di Ivana e questo avvolgente cespuglio vuole essere un affettuoso abbraccio a Ivana da parte di tutti gli amici che hanno avuto il piacere di conoscerla.”
Katia Simoni ha donato un esemplare di fico (Ficus carica) della varietà Brogiotto bianco, che è dedicato al marito Danilo ed è stato piantato il 28 febbraio 2017 lungo la sterrata poco a monte del Becco. “Amo il fico perché ha rami disordinati e contorti come le nostre vite. Amo i fichi grossi e verdissimi oppure scurissimi, quelli che quando li stacchi dal ramo ti colano il latte sulle dita e dopo averli sbucciati li ficchi in bocca tutti interi per gustarli in tutta la loro zuccherosa dolcezza. Mi piace pensare che questo fico possa portare gioia e dolcezza agli abitanti del parco.
Katia e Salvatore hanno donato un esemplare di melo (Malus domestica), che è stato piantato il 27 febbraio 2017 nel filare di rosacee lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco. L’albero è per il nipote Matteo: “Come si pianta un albero, che è vita, così si inalbera e cresce la vita di un bimbo; così Matteo e il melo cresceranno e si guarderanno crescere, saranno fratelli e si parleranno, si ameranno, vicini o distanti, come un’unica radice.”
Davide Diversi e Michelina Bernardo hanno donato e contribuito materialmente a piantare il 25 febbraio 2017, insieme ai figli Paolo e Nico, quattro alberi da frutto dietro al Palazzino, a formare un piccolo frutteto che ricordi il loro nucleo familiare, fortemente convinti che “chi pianta un albero, pianta una speranza”: un marasco (Prunus cerasus, varietà marasca del Savena) per mamma Michelina, dal frutto colorato e prezioso in ricordo della sua terra natia, un rusticano (Prunus cerasifera) per papà Davide, forte e schietto e, come il frutto, prima aspro e poi dolcissimo, un pero cotogno (Cydonia oblonga) per il figlio Paolo, a cui augurano un futuro vellutato, profumato e resistente come il frutto dell’albero, e un kaki (Dysospyros kaki, varietà cioccolatino) per il figlio Nico, a cui augurano di conservare la vitalità e bellezza dell’albero e la dolcezza del frutto.
La famiglia e gli amici di Alessandro hanno donato un esemplare di maggiociondolo (Laburnum anagyroides), che è stato piantato il 25 febbraio 2017 al margine della fascia boscata che segna il confine alto del parco. “Gli abbiamo voluto dedicare un maggiociondolo, che potrà sfoggiare una splendida fioritura e affondare le proprie radici in un parco così bello da ricordare gli spazi verdi che erano i suoi preferiti. In alcune regioni è ritenuta una pianta magica. Ci piace credere che lui, che abbiamo tanto amato, possa qui continuare a vivere.”
Maria Grazia Pagliani e i figli Francesca, Beatrice e Corso Buscaroli hanno donato un esemplare di pioppo cipressino (Populus nigra italica), che è stato piantato il 15 febbraio 2017 all’inizio del sentiero che costeggia il rio Fontane. L’albero è in ricordo di Piero Buscaroli: “Perché la sua ombra ti ripari dal sole, le sue radici ti siano di conforto. Perché le sue stagioni accompagnino la tua pace.”
Caterina R., Stefania R., Antonio B., Federica T., Sandra O. e Laura M., con la partecipazione degli amici Mattia F., Maria G., Salvatore J., Mino P., Arrigo Q., Luca S., hanno donato una palma di Fortune (Trachycarpos fortunei) e un melograno (Punica granatum) in ricordo di Roberto Roversi ed Elena Marcone. I due esemplari sono stati piantati l’11 febbraio 2017 nelle vicinanze di Villa Ghigi, al margine del giardino ornamentale, nei pressi della grande siepe di alloro e della fontanella. “Ove la città ricomincia a respirare, protendersi ancora verso il cielo, ritrovarvi come eravate, Elena e Roberto, orgogliosi di passione e impegno, indaffarati nella vostra Palmaverde. Lì, dove i libri cantavano, discutevano, e certe volte parevano quasi urlare, recitando le parole del passato, vivide testimonianze dell’infinito spettro dell’animo. E dove i pensieri selvatici e ingarbugliati dei giovani artisti trovavano finalmente la loro forma. Grazie per averci insegnato cosa significhi essere contro, sempre con eleganza e gentilezza.”
Maria Grazia Billi e Pier Luigi Gualandi hanno donato, per il compleanno del figlio Gian Luca, un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato l’11 febbraio 2017 nel pendio a margine del bosco alle spalle di Villa Ghigi, in un filare di giovani querce in via di formazione. “La quercia perché simbolo della famiglia, fatta di solida protezione, forza e capacità di sopravvivere anche ai periodi più difficili. Affinché tu possa avere nel verde un “luogo famigliare”, dove poterti sempre ritrovare. Non dimenticare che la natura è viva, è vita. Rispettala, difendila, proteggila e arricchiscila tutte le volte che potrai.”
Giulia, Sergio, Barbara, Isabella, Mattia, Maria Grazia, Piero, Gian Luca, Donatella, Alberto, Luisa e Stefano hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium) della varietà Mora di Vignola, che è stato piantato il 28 gennaio 2017 nel filare di rosacee lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco. L’albero è in ricordo della loro amica @lle e vuole essere un pensiero anche per il suo Bruno, nella speranza che ogni primavera possa trovare un po’ di conforto tra i suoi rami fioriti: “Compagna di avventure, oggi ti vediamo volare e vorremmo sapessi che siamo con te, che tu sei con noi, perché si sente ancora la tua voce, l’eco gioioso del tuo riso… Questa nuova avventura è solo un’altra tappa del viaggio che ci vede ancora, ora come allora, amici…”.
2016
Annamaria Bortolotti e Sara Monari hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 27 dicembre 2016 nel breve filare di questa specie realizzato nei pressi del frutteto del Palazzino. L’albero è un regalo all’amica Alice Spisni in occasione del suo compleanno: “Un inno alle stagioni che passano, un simbolo della crescita e della forza che la natura ci dona.”
Maria Teresa e Marco hanno donato, e si sono regalati per il loro ventesimo anno di matrimonio, un esemplare di ciavardello (Sorbus torminalis), che è stato piantato, insieme ai loro figli, il 5 dicembre 2016 nel prato in prossimità del monumento ad Alessandro Ghigi, accanto ad altri due esemplari della medesima specie. “Perché pur ammettendo un po’ a fatica di non poter salvare il mondo da soli, si ostinano a provare a renderlo un pochino migliore; il ciavardello va in questa direzione”.
I nonni Roberto Casolari e Luana Aldrovandi hanno donato un esemplare di cerro (Quercus cerris), che è stato piantato il 2 dicembre 2016 nel pendio a margine del bosco alle spalle di Villa Ghigi, in un filare di giovani querce in via di formazione. “Una quercia per Fosco. Perché la sua forza, coraggio e dignità si rispecchino in nostro nipote Felipe Fosco Lelli Casolari, che già ora dimostra temperamento, perseveranza di idee, propositi e un poco di ostinazione, che fanno di lui un bambino speciale. Insomma una piccola quercia”.
Elena De Benedictis ha donato un esemplare di biricoccolo (Prunus dasycarpa), che è stato piantato il 1° dicembre 2016 nel filare di rosacee in via di formazione lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. L’albero è in ricordo di Andrea, che era un estimatore del parco e della sua frutta (che assaggiava con moderazione), “perché in questo parco ci sia sempre frutta per lui”.
Rossella Fumarola e Cosimo La Monica hanno donato un esemplare di fico (Ficus carica) della varietà Brogiotto nero, che è stato piantato il 30 novembre 2016 lungo la sterrata poco a monte del Becco. “Con questo albero celebriamo il nostro stupore davanti a una nuova vita. Grazie Margherita per aver dato luce a questa famiglia, mamma Rossella e papà Cosimo”.
La famiglia e gli amici più cari di Renata Restani hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Durone I di Vignola, che è stato piantato il 26 novembre 2016 nel filare di rosacee in via di formazione lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. L’albero è per Renata, “che amava la natura, le piante, i fiori, i colori, la luce del sole e del cielo, i rossi frutti che questo ciliegio darà. Renata, che rimarrà per sempre nel nostro cuore.”
Brigitte Paoletti ha donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 26 novembre 2016 nel prato subito alle spalle del Palazzino. Ha desiderato piantare l’albero per ricordare il figlio Grégoire, morto il 28 novembre 2007, e scelto il melograno perché è generoso in fiori, frutti e colori intensi e presente in tutto il Mediterraneo, che Grégoire amava tanto. “Bologna mi è sembrata il posto più adatto, perché da quando ho studiato al DAMS è un rifugio nel quale trovo sempre un po’ di pace.”
Mariarosa, Fabio e Adriana hanno donato, in memoria di Maurizio, un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 25 novembre 2016 nel breve allineamento di questa specie realizzato nei pressi del frutteto del Palazzino. “La quercia, che non per niente viene considerato il re degli alberi, lo rappresenta in pieno per forza, resistenza, tenacia e abbiamo pensato a questo gesto per guardare avanti come lui ha insegnato a tutti noi”.
Alessandra Tundo ha donato un esemplare di corniolo (Cornus mas), che è stato piantato il 19 novembre 2016 vicino ai tre grandi cornioli che crescono tra il giardino di Villa Ghigi e il bosco recintato. La piantagione è per festeggiare il primo anniversario del suo matrimonio con Corrado Picciolo “perché un albero non lo si possiede davvero, ma lo si vede crescere insieme a noi, e perché mi piaceva l’idea di donare qualcosa di noi a questa città”.
Nicoletta Masina ha donato in ricordo dei genitori due esemplari di pero (Pyrus communis) delle varietà Volpina e Curato, che sono stati piantati il 19 novembre 2016 nel doppio filare di vecchi peri tra il Becco e il bosco più a est. Gli alberi ci sopravvivono, tramandando memorie e ricordi; i colori accesi, rossi e gialli, del periodo autunnale raccontano che ogni stagione ha i suoi splendori.
Un esemplare di melo (Malus domestica), della varietà Rosa romana, è stato piantato il 14 novembre 2016 nel vecchio filare di meli a monte della sterrata tra Becco e Palazzino. “Fonti d’ispirazione sono state nostra figlia Alma (‘mela’ in ungherese, la lingua della mamma), nata quest’anno e frutto del nostro amore, e la nostra famiglia che piano piano prende forma, mettendo solide radici come un giovane albero in crescita. Il melo per noi racchiude tutto questo e in più ci piace l’idea di qualcosa a cui poter sempre far ritorno e che renda felici. Non vediamo l’ora di assaggiare insieme le sue dolci mele rosate! Sirio, Virag, Alma e la cagnolona Mila.”
Antonella Bonci ha donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), della varietà Cornetta, che è stato piantato il 12 novembre 2016 poco oltre il Palazzino, a valle della sterrata che sale verso il confine alto del parco. “L’albero è dedicato all’amicizia che mi unisce a due giovani mamme ed è un regalo per i loro tre bambini, che cresceranno insieme come l’amicizia che ci lega tutti. L’albero è per me radicamento e connessione alla terra e contemporaneamente un volo verso l’alto, è un inno alla vita.”
Un esemplare di bagolaro (Celtis australis) è stato piantato il 12 novembre 2016 nel prato alberato a lato del giardino di Villa Ghigi, subito sopra l’edificio colonico del Becco. È un dono di mamma Sara e papà Stefano al piccolo Alessandro: “Questo è il tuo albero, il tuo bagolaro. Quando sei nato l’abbiamo fatto piantare per te, per ricordarti di essere sempre forte come le sue radici. Ora siete piccoli entrambi, crescerete insieme e potrai venire ad abbracciarlo ogni volta che vorrai, guardando dall’alto la tua città. Buona vita, amore!”.
Un esemplare di salice bianco (Salix alba) è stato donato in memoria di Carlo Settimi dai suoi amici di tutte le stagioni. L’albero è stato piantato il 5 novembre 2016 lungo il rio Fontane (nei pressi del cosiddetto puzét). “Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano, cosa importa se sono caduto se sono lontano, perché domani sarà un giorno lungo e senza parole, perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole” Fabrizio De André.
Elena Bartoli ha donato un esemplare di cerro (Quercus cerris), che è stato piantato il 22 ottobre 2016 nel pendio a margine del bosco alle spalle di Villa Ghigi, in un filare di giovane querce in via di formazione. L’albero è un regalo, da parte della cognata, a una coppia di giovani sposi con bimbo appena nato che si trasferiscono da Bologna a Barcellona, per festeggiare la nuova famiglia Mercadé Mignani: “che il tronco di questa quercia, con le sue radici, possa rappresentare il vostro solido amore e i suoi rami Giacomo e il vostro futuro insieme.”
Lara Lorenzi ha donato un gruppo di tre esemplari di ginepro (Juniperus communis), che sono stati piantati il 6 aprile 2016 lungo la cavedagna inerbita che costeggia l’orto didattico del Becco. Secondo lo spirito degli alberi, il giullare ginepro ci insegna a ridere e a trovare il lato comico di ogni situazione, così che possiamo superare anche quelle più difficili con il sorriso, ma ci aiuta anche a riconoscere e a sentire chiaramente qual è la nostra strada e ci trasmette protezione e forza per seguirla.
Cristina, Elisa e Marcello Gamberi hanno donato un esemplare di farnia (Quercus robur), che è stato piantato il 1° aprile 2016 nei pressi del Frutteto del Palazzino per celebrare i cinquant’anni di matrimonio dei loro genitori: Dino Gamberi e Angela Dozza. I figli hanno voluto così sancire la saldezza e la longevità, l’amore e l’unione, il gusto per la bellezza e la passione per la natura che i genitori hanno loro trasmesso. E l’albero continuerà nel tempo a raccontare della loro famiglia a tutti quelli che passeranno e si fermeranno un momento all’ombra dei suoi rami.
Chiara Aiello ha donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 30 marzo 2016 poco oltre il Palazzino, a valle della cavedagna che sale verso il confine alto del parco. L’albero, con i suoi fiori delicati e i suoi frutti gustosi, offrirà ombra e riparo e crescerà insieme a Chiara, al marito Andrea e al figlio Leonardo, per celebrare la loro vita insieme, che è tutta racchiusa dentro il 30 marzo.
Lucy Zimanglini ha donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 24 marzo 2016 poco oltre il Palazzino, a valle della cavedagna che sale verso il confine alto del parco. L’albero è dedicato al marito Federico e alle figlie Luna e Noemi, nella consapevolezza che appartiene non tanto a loro ma alla terra, al sole, alle api che lo fecondano e agli uccellini che nutre. Per ricordarci che niente e nessuno ci appartiene davvero e proprio per questo non possiamo perdere nessuno. Lucy sceglie ogni giorno di amare la propria famiglia e per questo la vede sempre fiorire.
Claudio Conigliani, romano naturalizzato, ha donato tre esemplari di cerro (Quercus cerris), che sono stati piantati il 24 marzo 2016, a formare un futuro boschetto, tra la cavedagna che attraversa i prati al ti del parco e la siepe più a monte. Gli alberi sono in memoria del figlio Marco, prematuramente scomparso.
Paola Cimmino ha donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 21 marzo 2016, di fronte al Palazzino. L’albero è dedicato alla Terra, che ci aiuta e sostiene, a Madre Natura, che ci è maestra, e a Michela e agli amici dell’associazione “Albero della Vita”, senza i quali l’evoluzione spirituale di Paola non sarebbe avvenuta. Con immenso amore.
Nicola Baldini e suo figlio Tommaso hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 21 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino, perché sia al suo posto giusto sotto il cielo.
I nonni paterni di Eva, che a marzo ha compiuto il suo primo anno, le hanno donato un esemplare di nespolo (Mespilus germanica), che è stato piantato il 19 marzo 2016 poco sopra il frutteto del Palazzino. “Abbiamo scelto il nespolo per via dell’energia che una pianta di così antiche origini può trasmettere e in quanto ispiratore del concetto di attesa, dato che proprio i frutti dell’albero amano farsi aspettare e possono essere gustati nel massimo della loro dolcezza solo dopo un lungo periodo dalla loro raccolta.”
Daniela, di Bologna, e il marito Salvatore, di Foggia, sposati da 42 anni, hanno donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 19 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. Non avevano mai pensato di possedere un albero e invece ora ce l’hanno: un bel ciliegio che col tempo crescerà forte, elegante e gustoso, li abbraccerà con i suoi rami e racconterà di loro, anche dopo di loro.
Maruska Alessandrelli, Annalisa Bellini, Raffaella Dell’Ova, Alessandro Monderna e Dario Sansone hanno donato un esemplare di melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 19 marzo 2016 poco sopra il Frutteto del Palazzino, a poche decine di metri dalla sede della Fondazione. L’albero è dedicato a Simonetta, che come i frutti di melograno ha colorato i loro cuori.
Roberto Galletti ha donato un esemplare di gelso bianco (Morus alba), che è stato piantato il 19 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. Per mio nipote Matteo: grazie per aver messo “luce” nei miei occhi e un sorriso immenso nel mio cuore. Questo albero è tutto tuo, spero che potrai venire qua ad ammirare la tua città dall’alto.
Riccardo Correggiari ha donato un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 18 marzo 2016, accanto al mandorlo, poco sotto il Palazzino, lungo la sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. È un dono per la mamma Fiorella, perché si senta “come la primavera fa con i ciliegi”, si apra al calore del sole, dia e riceva carezze nel vento e sia sempre dolce a fianco dell’amore, contemplando le stelle sopra i tetti della città.
Fiorella Barbieri ha donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis), che è stato piantato il 18 marzo 2016, poco sotto il Palazzino, lungo la sterrata che dal parcheggio di via di Gaibola conduce a Villa Ghigi. È un dono al marito Toni, che aveva vena artistica e pittorica. L’albero è vita e il mandorlo evoca rinascita. Come nel quadro di Van Gogh Ramo di mandorlo in fiore, che avevano ammirato insieme, l’augurio è che Toni si dipinga di fiori di mandorlo.
Francesco ed Eugenia, 23 e 21 anni, coppia da 4 anni, hanno donato un esemplare di pesco (Prunus persica), della varietà Sant’Anna Balducci, che è stato piantato il 15 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. Con la certezza che questo albero dai delicati fiori rosa, rappresentazione di un amore immenso, duraturo e immortale, diventerà il simbolo di due anime gemelle in grado di superare qualsiasi difficoltà e rinascere a primavera, anno dopo anno, sempre insieme.
Katia Simoni ha donato un esemplare di sorbo domestico (Sorbus domestica), che è stato piantato il 14 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. Ha compiuto 60 anni e piantare un albero da frutto nel parco le è sembrato un ottimo modo per festeggiare.
Anna Bertelli ha donato un esemplare di pero corvino (Amelanchier × grandiflora ‘Ballerina’), che è stato piantato il 14 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. È un regalo che ha fatto a se stessa, per ricordare che la vita è un continuo cambiamento; con l’augurio di saper seguire il movimento fluido e flessibile in armonia con la realtà per essere più viva.
Maria Rosa Egi ha donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 14 marzo 2016, alle spalle di Villa Ghigi, vicino ad altre giovani roverelle a formare un nuovo filare. Rosa dedica questo albero all’amato marito Gian Carlo, per ricordarlo sempre e perché possa godere del sole e della natura.
La famiglia di Lorenza Minghetti ha donato un esemplare di mandorlo (Prunus dulcis) in suo ricordo, che è stato piantato il 5 marzo 2016 nei pressi del Palazzino, nelle vicinanze di un grande esemplare della stessa specie. La famiglia ha deciso di piantare l’albero perché i mandorli in fiore le facevano sognare la valle dei templi di Agrigento; con la speranza che cresca dolce e fruttuoso come lei, che è sempre la primavera della sua famiglia.
Mirella Valentini, un po’ bolognese e un po’ milanese, ha donato un esemplare di melo cotogno (Cydonia oblonga) al marito Massimo e alla figlia Sofia, per celebrare i loro primi dieci anni insieme. L’albero, piantato il 5 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino, è stato scelto per la bellezza dei suoi fiori, la ricchezza dei suoi frutti e il suo stretto legame con i colli bolognesi.
Roberto ha donato a Silvia un esemplare di ciliegio (Prunus avium), che è stato piantato il 2 marzo 2016 lungo la cavedagna che attraversa i prati alti del parco, alle spalle del Palazzino. Silvia non vive a Bologna, ma l’albero crescerà e l’aspetterà in cima al parco; presto potrà rallegrarsi dei suoi fiori e, forse, nascosta a tutti, su di un ramo, mangerà i suoi frutti.
Daniele Collina, bolognese, 23 anni, ha donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 20 febbraio 2016, alle spalle di Villa Ghigi, vicino a un’altra giovane roverella a formare un nuovo filare. L’albero è un pensiero per la sua fidanzata Federica nel giorno di San Valentino: una quercia, per mettere radici ancora più forti al loro rapporto.
La mamma e il papà di Vitantonio Leo hanno donato un esemplare di roverella (Quercus pubescens), che è stato piantato il 19 febbraio 2016, in previsione del suo primo compleanno (il 21 aprile), nel pendio a margine del bosco alle spalle di Villa Ghigi. Con la speranza che il piccolo Vitantonio cresca all’ombra delle sue fronde e prenda esempio proprio dal suo albero: che sia solido nelle sue radici ma che sogni sempre di toccare il cielo; che danzi nel vento e offra riparo durante la pioggia; che abbia un tronco robusto per essere abbracciato da chi lo ama e rifiorisca al primo segno di primavera.
Serena Franco, mezzosangue bolognese-toscana, 41 anni, ha donato un melograno (Punica granatum), che è stato piantato il 13 febbraio 2016 poco sopra il Frutteto del Palazzino, a poche decine di metri dalla sede della Fondazione. L’albero è un regalo a suo marito, nel decimo anniversario insieme e nel giorno di San Valentino. Serena ha deciso di piantare un albero perché una volta qualcuno ha detto che “il segreto non è correre dietro le farfalle, ma curare il giardino perché esse vengano da te”.
2015
Francesco Marsibilio, abruzzese, 32 anni, ha donato un albero di kaki (Diospyros kaki), che è stato piantato il 26 novembre 2015 in testa al filare della stessa specie che si incontra, poco dopo la grande roverella, sulla sinistra della strada che sale al podere Il Becco. Lo ha voluto piantare perché “gli è sembrata la cosa più sensata da fare per resistere”.