Funghi nel Parco Villa Ghigi

Siamo ormai nell’autunno inoltrato, ma nei prati vicino alla villa o sotto al Palazzino capita ancora di incontrare dei funghi dai grandi cappelli bianco-grigi che spiccano tra l’erba, attirando la curiosità di scolaresche e visitatori. Si tratta di Volvopluteus gloiocephalus (o Volvariella speciosa),  un fungo tra i più comuni che cresce nei campi, nei terreni concimati e negli orti; è conosciuto anche come fungo delle stoppie. Lo si riconosce per la presenza della volva, il residuo del velo che circonda il corpo fruttifero del fungo all’inizio del suo sviluppo, di colore bianco e ben visibile alla base del gambo scostando l’erba intorno; sul gambo manca invece l’anello tipico, ad esempio, delle più conosciute Amanite. Se la giornata è umida, la superficie del cappello risulta viscosa al tatto; le lamelle nella parte inferiore del cappello, dapprima bianche, diventano rosate quando si producono le spore e negli esemplari ormai vecchi tendono al bruno. Ricordiamo che la raccolta di funghi nel parco non è consentita e che in tutta l’area metropolitana di Bologna è regolata da una precisa normativa; in questo caso è sufficiente l’odore sgradevole, che un poco ricorda il ravanello, a scoraggiarne l’uso alimentare. L’interesse ecologico è invece significativo, in virtù del ruolo importante di degradatori che i funghi svolgono nell’ambiente.