Nel parco, come in ogni ambito naturale, succede qualcosa ogni giorno. In certi periodi le novità sono tante e si succedono con una certa rapidità, tanto che a volte può sembrare di non riuscire a coglierle tutte; in altri periodi tutto va più a rilento ma qualche sorpresa e qualche osservazione curiosa è sempre a portato di mano.
Il diario del parco è una pagina che stiamo riempiendo, mese per mese e anno per anno, di annotazioni sulla natura, raccontando variazioni stagionali, fiori e frutti che appaiono, momenti di particolare bellezza, semplici osservazioni da fare sugli alberi e gli arbusti, nel sottobosco o nei prati, notizie sulla fauna, interventi peculiari per la conservazione e l'incremento della biodiversità e altro ancora.
Un esperimento, avviato nel 2016, che ci sembra apprezzato, anche nei social, dove viene spesso rilanciato con un certo entusiasmo, e per il quale accogliamo volentieri anche suggerimenti dai frequentatori, che possono segnalarci avvistamenti di fauna, episodi interessanti o curiosi, piccole scoperte naturalistiche e così via (meglio se con una fotografia a corredo).
Frutta di fine estate
Dopo l’abbondanza di frutti estivi, è ora il momento delle specie e delle varietà tardive che compongono il ricco patrimonio di fruttiferi del parco. Nei mesi scorsi sono stati soprattutto i tanti susini e mirabolani a regalare ai visitatori del parco e alla fauna selvatica i loro succosi frutti a pasta gialla o rossa. In queste settimane, invece, prevalgono i melograni, gli azzeruoli e alcune varietà tardive di cotogno, fico, melo e pero. Tra questi ultimi una particolarità è il pero Ruggine, che prende il nome dall’aspetto rugginoso che assumono i frutti maturi, di cui è presente un annoso esemplare nella curva prima del Palazzino; il frutto, da poco formatosi, matura solo in inverno ed è molto apprezzato soprattutto cotto. Nel parco, vi ricordiamo, è possibile gustare sul posto la frutta colta dagli alberi, in quantità moderate e facendo la massima attenzione a non danneggiare i rami (non è il caso di arrampicarsi sugli alberi); non è consentita, invece, la raccolta organizzata con borse e altre contenitori, scale e rampini, sia per garantire il naturale sostentamento della fauna sia per motivi didattici e di ricerca: da anni sono attive collaborazioni con centri specializzati (CRPV, ARPAE) per lo studio di alcune varietà antiche di notevole interesse.
Il percorso vita nel Parco Villa Ghigi
Tra luglio e agosto sono state ripristinate le attrezzature di un paio di stazioni del percorso vita (l’attrezzo ad anelli della stazione 7 e la stazione 8 nei pressi della villa) che necessitavano di manutenzione. Il percorso ginnico si articola in 15 stazioni (con partenza dal primo tornante che si incontra salendo dall’ingresso di via San Mamolo) ed è una curiosità, visto che si tratta del primo percorso di questo genere inserito in un’area verde pubblica di Bologna. Il Percorso Vita è stato ideato nel 1967 dall’architetto svizzero Erwin Weckermann di Zurigo per favorire una sana attività ginnica all’aperto e contrastare le malattie dovute a una vita troppo sedentaria in ambienti chiusi o in zone industrializzate, inquinate e rumorose. Nel parco è stato installato dall’Amministrazione comunale nel 1977 e da allora offre la possibilità di combinare piacevoli passeggiate a momenti di esercizio fisico in un contesto rilassante, circondati dal verde della collina.