Il 20 novembre scorso, dopo una breve malattia, è mancato all’improvviso Gino Cerè.
Se ne è andato all’età di 84 anni, dopo avere trascorso e lavorato per tutta la sua vita nel podere San Michele, confinante con il Parco Villa Ghigi, un podere un tempo appartenuto alla tenuta Ghigi e dove la sua famiglia arrivò nei primi anni del Novecento.
Per noi della Fondazione Villa Ghigi Gino è stata una persona speciale, custode e preziosa memoria storica di questi luoghi, ci ha illuminato nel corso della nostra ormai ventennale gestione del parco e ispirato per molte delle attività rivolte a scuole, famiglie e cittadini. Gino era un uomo mite e generoso, che trasmetteva una luce, una dignità e una saggezza proprie delle persone in pace e in equilibrio con sé stesse e con il mondo. Era una persona sempre disponibile a mettersi in gioco, anche nelle situazioni più disparate, con la sua estrema elasticità, curiosità e voglia di confrontarsi con gli altri. E’ stato un piacere e una grande fortuna poterlo avere vicino in questi anni. Sempre pronto a rispondere alle nostre tante domande e sollecitazioni, grazie ai suoi racconti, insegnamenti e osservazioni, ci ha aiutato a crescere dal punto di vista umano e professionale e a cogliere lo spirito più autentico di questi luoghi che da sempre la Fondazione cerca di divulgare e valorizzare con passione attraverso le proprie attività.
L’ultima avventura insieme, che si è conclusa felicemente qualche settimana fa riempiendoci di soddisfazione e orgoglio, è stata l’iscrizione nel Repertorio volontario regionale delle risorse genetiche indigene agrarie di una varietà di pomodoro che Gino coltivava da quando era bambino, e prima di lui suo padre e gli altri coloni della tenuta Ghigi. Un pomodoro che Gino ha custodito nel tempo perché lo riteneva di grande valore e del quale ogni anno conservava la semente per l’anno successivo. Oggi il valore del suo pomodoro, il Tondo da serbo di Villa Ghigi, è riconosciuto anche da un atto ufficiale che tutela il patrimonio di varietà locali di interesse agrario del territorio emiliano-romagnolo: una determina regionale completa di scheda tecnica lo sancisce e un atlante lo testimonia. Alla Fondazione spetta ora il compito di trasmettere e valorizzare nel tempo questa preziosa testimonianza come pure i tanti insegnamenti che Gino ci ha tramandato e di cui faremo sempre tesoro.
Lunga vita al ricordo di Gino.